domenica 28 luglio 2013

Che occhi grandi che hai!

I rapaci mi affascinano ogni giorno di più!


Cerco di non lasciarmi sfuggire le notizie o i video in cui questi affascinanti uccelli sono protagonisti, per non parlare delle incredibili foto che si trovano in rete, alcune davvero straordinarie!
Ricordate ad esempio quelle della fortunata fotografa di: Aguzzate la vista?


Le civette sono le mie preferite, se potessi le riempirei di baci!

A questo proposito, ho appena guardato un video pubblicato da Repubblica.it, di una dolcissima civetta che si scambia "baci all'eschimese" (naso a naso) con un ragazzo, mostrando di apprezzare molto le coccole ricevute, sbattendo lentamente i suoi grandi occhi espressivi
La scena mi ricorda le espressioni dolci di Molla, un paio di anni fà, civetta di Brembate diventata in poco tempo una cliccatissima star del web. (Per rivedere quel video cliccate qui).

 


Sabato sera abbiamo ospitato a casa nostra alcuni amici per una grigliata all'aperto in compagnia e ... indovinate cosa mi hanno portato?
Conoscendo la mia passione per gli uccelli mi hanno regalato una bellissima lanterna a forma di gufetto!

Troppo carino!

Ho molto apprezzato ragazze, grazie mille!!!

giovedì 25 luglio 2013

Una lantana ...speciale!


Come avrete ormai capito, preferisco le piante alternative a quelle comuni.
Un esempio è questa splendida ricadente sempreverde e aromatica, che fiorisce con generosità da maggio fino a dicembre.
Una di quella piante la cui presenza diventa indispensabile, dopo averla coltivata una volta, per la sua bellezza e per la facilità di coltivazione.

Si tratta di un arbusto originario dell'Uruguay, la lantana sellowiana, immancabile in ogni giardino, specialmente se assolato.
Spesso nei garden center si trova la varietà più diffusa Lantana Camara, arbusto legnoso e abbastanza eretto, di dimensioni maggiori, disponibile in vari colori caldi, dal giallo, al rosso, spesso bicolore (pare sia infestante).
Lantana camara  - Parole verdi.it
La specie Sellowiana a differenza della Camara, presenta rami morbidi e leggeri, dal portamento ricadente, lunghi fino a 1 metro, che si trova in tre colori puri: lilla, giallo e bianco.
La mia è lilla!


Le sue foglie sono piccole, simili a quelle di menta, di color verde scuro, aromatiche se stropicciate e ruvide al tatto. 

Tutte le specie di lantana, circa 150, sono originarie dell'America, dell'Africa e dell'Asia e appartengono alla famiglia delle verbenacee. Sono molto belle anche le specie involucrata e montevidensis.
 


Le lantane sellowiane sono coltivabili in piena terra, per bordure fiorite, aiuole o muri fioriti, ma si dimostrano perfette in vaso, soprattutto se appese ad una ringhiera.
In questo modo sfrutterete al meglio il suo portamento ricadente e le darete spazio per svilupparsi verso il basso senza alcun impedimento.
Quando ho acquistata la mia prima sellowiana in aprile, avevo già occupato i miei vasi da ringhiera, quindi l'ho messa a dimora nella fioriera di cotto sul vialetto, non prevedendo una crescita così rapida.
La mia sellowiana in aprile
La mia sellowiana ora
Come avrete notato la peculiarità di questa pianta ornamentale è l'abbondante fioritura.

lunedì 22 luglio 2013

Dalla parte degli animali

La pubblicità è l'anima del commercio ed alcune campagne pubblicitarie sono particolarmente azzeccate. 
È il caso del divertente spot di Purina, in cui diversi cani parlanti con i più svariati accenti regionali, si gustano il Duo Dèlice Pro Plan.

Gli italiani hanno in testa una sola cosa.... anche i cani!


L'azienda sembra avere molto a cuore il benessere degli animali, tanto da mettere a disposizione sul proprio sito un servizio veterinario, disponibile 24 ore su 24, da contattare tramite un numero verde: 80o 525 505.

Potrebbe essere utile nel periodo estivo in caso di chiusura per ferie del vostro veterinario di fiducia!

 
Come si può leggere sul sito Purina.it, i prodotti per la cura e la salute degli animali, grazie a tanta ricerca, sono rivolti al continuo miglioramento della salute e delle prospettive della loro vita; in particolare, i vari veterinari e biologi si focalizzano sullo sviluppo di prodotti che riescano a prolungare la vita degli animali, prevenendo anche l’insorgere di malattie.


Inoltre dal 2004 Purina promuove la campagna educativa dal titolo "A scuola di PetCare" grazie alla quale oltre 300.000 bambini e più di 25.000 docenti delle scuole primarie sono stati coinvolti in un percorso che insegna a conoscere e rispettare gli animali domestici fin dall'infanzia, attraverso interessanti lezioni, kit gratuiti e divertenti attività di gruppo.
Se amate gli animali e siete insegnanti o genitori, scoprite le modalità di partecipazione alla campagna educativa, assolutamente gratuita entrando nell'area dedicata (A scuola di petcare)! 

Mi sembra un'occasione da non perdere!
Ora le scuole sono chiuse, ma il momento è perfetto per organizzarsi per settembre!

Inoltre alla pagina Pet map troverete una mappa molto utile per cercare nomi, indirizzi e contatti, di tanti servizi dedicati agli animali domestici della vostra zona, molti dei quali utilizzatissimi in estate:
veterinari, pronto soccorsi per animali, toelettatori, strutture turistiche, alberghi, spiagge e agriturismi con le migliori strutture per gli amici a quattro zampe.
Approfittate di questo strumento veloce e divertente per risparmiare tempo e trovare subito ciò che serve.
 

Il sito è davvero ricco di iniziative a favore e con i propri animali, quindi ...ho pensato di suggerirvelo!

sabato 20 luglio 2013

La mia collezione di farfalle!

Chi non ama le farfalle?

 

Durante la bella stagione è facile vedere nei prati e nei giardini tante farfalle variopinte, che con le loro ali a mosaico volano da fiore in fiore in cerca di nettare.
È importante insegnare ai bambini a rispettarle, osservandole senza cercare di catturarle o toccarle, perché sono molto delicate.
Ci si può accontentare di ammirarle senza rischiare di far loro del male e lasciarle vivere in libertà la loro vita già così breve.
Secondo la specie a cui appartengono infatti possono vivere un giorno soltanto o un paio di settimane, solo in alcuni casi, raggiungono un mese di vita.
Ci sono alcune eccezioni alla regola, come la Vanessa Occhio di pavone, che è in grado di superare ben due stagioni, andando in letargo in inverno e deponendo gruppi di oltre 500 uova alla volta ad inizio primavera.
Finora nel mondo sono state catalogate oltre 170.000 specie di farfalle e fanno tutte parte della grande famiglia dei Lepidotteri.
Ad eccezione dell’Antartide sono presenti in ogni continente e occupano quasi tutti i tipi di ambiente: dalle foreste pluviali ai deserti, dal livello del mare fino alle cime delle montagne più alte; nelle zone a clima tropicale si trova la maggior parte delle specie.



Della stessa famiglia fanno parte anche le falene, comunemente conosciute come farfalle notturne, che si differenziano dalle diurne per le livree meno sgargianti e più mimetiche, che le aiutano a confondersi con le cortecce, le rocce, le foglie secche, rendendosi invisibili ai predatori. 
Alcune specie, se disturbate, mostrano rapidamente sulle ali grandi falsi occhi, che spaventano il predatore, facendolo desistere dalla cattura.


Attirare le farfalle non significa solo gioire della loro vista, ma anche incentivare la biodiversità e favorire l'impollinazione.
Fortunatamente attirarle è abbastanza semplice.  
Esse sono attratte soprattutto dai colori (soprattutto il rosso, il giallo e il blu) e dai profumi dei fiori, ma anche dalla dimensione, ancor meglio se in pieno sole.


I fiori con fioriture prolungate e con tanto nettare sono i più amati, perché fonte certa di cibo.
Tra le specie migliori ci sono: buddleja, rose, gerani, lavanda, gigli, petunie, dalie, girasoli, mirtilli, lillà, calendula, cosmos, violette, tagete o impatients, ma più differenziate le fioriture, più ospiti impollinatori attirerete.

giovedì 18 luglio 2013

Facile... come andare in bicicletta!

Andare in bicicletta è ecologico, economico, e trendy, oltre ad essere un esercizio estremamente salutare per tutti!


 
Negli ultimi anni l’uso della bicicletta è anche diventato una moda. 
Secondo il Censis, in Italia nel 2012 sono state vendute più di due milioni di biciclette, numero maggiore di quello delle auto. 
Il fenomeno è probabilmente motivato dalla crisi e dall'aumento inerosabile del prezzo della benzina, ma anche dal ritorno alle buone abitudini e da una maggiore consapevolezza ambientale.
Sono tutti motivi per cui anch'io ho ricominciato ad usare la bicicletta, che a malincuore per qualche anno avevo messo a riposo; da qualche mese invece, agevolata dal nuovo lavoro più vicino a casa, ho ripreso questa piacevole pratica e ne sento già i benefici.

I vantaggi prodotti da un uso maggiore della bicicletta sono principalmente legati alla salute e all'ambiente, due aspetti tra loro strettamente relazionati, perché il miglioramento ambientale urbano influisce direttamente sulla salute della popolazione.

Un recente studio della Commissione Europea ha calcolato l'impronta ambientale prodotta dall'utilizzo delle biciclette.
Secondo questi dati, se tutti i cittadini europei utilizzassero la bicicletta come attualmente già la usano i Danesi, si otterrebbe più della metà della riduzione della CO2.
Anche ipotizzando di non raggiungere l'esemplare comportamento dei Danesi, se solo riuscissimo a raddoppiare la quantità dei chilometri che percorriamo attualmente in bicicletta, in tutta l'Europa si risparmierebbero da 24 a 54 milioni di tonnellate di CO2 all'anno!
Ma i benefici ambientali non si limitano alla mancanza di emissioni derivanti dal suo utilizzo, ma anche per il fatto che l'impronta ecologica generata da tutto il ciclo di produzione di una bicicletta è ovviamente estremamente inferiore a quella di una automobile, anche considerando che una bicicletta di buona qualità, può durare più anni di un'auto.
Se ne deduce che la bicicletta può effettivamente permetterci di migliorare la qualità ambientale e ridurre le emissioni, a costi decisamente inferiori a quelli di altre soluzioni.

 
Ma un giro in bicicletta può dare importanti benefici soprattutto alla salute!
Numerosi sono gli effetti positivi del pedalare, iniziando dal cuore, in grado di diventare più forte e resistente alla fatica.
Infatti andare in bicicletta tutti i giorni aiuta a prevenire l'infarto e l'ipertensione, migliora la circolazione periferica, l'elasticità dei capillari e la microirrorazione, prevenendo la formazione dei gonfiori alle gambe e combattendo la cellulite.
Dunque la bicicletta può essere considerata un vero anti-ipertensivo naturale!
E i benefici non finiscono qui.

  

Andare in bicicletta non affatica le articolazioni, scaricando il peso corporeo sulla sella anziché su caviglie e ginocchia, rafforzando quindi muscoli e ossa e tonificando, senza farli troppo ingrossare, polpacci, glutei e muscoli lombari della colonna vertebrale.
È una pratica adatta anche a bambini ed anziani proprio perché non mette a rischio il sistema muscolo-scheletrico.
Pedalare in strada tutto l'anno, con l'alternanza delle stagioni, inoltre, aumenta la resistenza dell'organismo agli attacchi virali e batterici.
 
 
È inoltre dimostrato da studi scientifici che andare in bici migliora l'umore perché libera endorfine, gli ormoni dell'appagamento.
E poi pedalare può far dimagrire.
L'esercizio aerobico della pedalata, ripetitivo e costante, risulta molto efficace per il controllo del peso, della glicemia e del metabolismo in generale: un'ora di pedalata sostenuta si bruciano tra le 400 e le 500 calorie, secondo il tipo di percorso e l’intensità.
Per cominciare a bruciare grassi, tuttavia, bisogna pedalare almeno per 20-25 minuti!




sabato 13 luglio 2013

Come e quando annaffiare le piante

Una delle domande più frequenti che mi pongono le persone che sanno della mia passione per le piante è: quanto devo annaffiare?“
 
La mia risposta è sempre la stessa.
Non esiste una regola fissa per sapere quando bisogna annaffiare le piante, ma ci sono diversi modi per capire se hanno bisogno d’acqua.
Il più semplice e affidabile è quello di toccare il terreno in superficie; se è umido, o fresco, non è necessario annaffiare la pianta, se invece è secco e asciutto bisogna innaffiare.
Anche osservare le foglie è una tecnica che può servire, perché se vedete segni di appassimento la pianta, sicuramente ha sete, ma è meglio non aspettare che la pianta si afflosci e si indebolisca.

Soprattutto per le coltivazioni in vaso, che hanno esigenze maggiori rispetto a quelle in piena terra, occorre osservare vari segnali.
Innanzitutto non so se tutti sanno che le piante messe a dimora in vasi di terracotta hanno bisogno di una quantità doppia di acqua rispetto a quelle contenute nei vasi di plastica, in quanto l’umidità evapora attraverso la superficie porosa del vaso, cosa che non succede nei materiali plastici.
Quest'ultimi sono quindi da preferire, soprattutto per le piante con alte necessità idriche o se si ha poco tempo da dedicare alla cura delle piante.
Altra condizione da non sottovalutare è il tipo di terreno in cui vive la pianta vive: se è argilloso, l'idratazione si manterrà più a lungo rispetto ad un terreno più sabbioso.
Se il terriccio attorno alla pianta in vaso ha un aspetto polveroso e tende a staccarsi dalle pareti dello stesso, sappiate che è il momento di annaffiare.
Inoltre le piante con molte radici necessitano di maggiore acqua rispetto a quelle piante appena messe a dimora in vasi capienti e che hanno ancora spazio per crescere;  quelle con grosse radici e foglie piccole (come molti arbusti da siepe) hanno bisogno di meno acqua di quelle con foglie larghe, sottili e delicate, avendo una maggior superficie esposta all'evaporazione.
  
 
Generalizzando si può dire che durante la crescita, quando fiorisce, e nelle giornate calde primaverili e estive le piante necessitano di più acqua, mentre in autunno e in inverno bisogna ridurre drasticamente l'apporto o, in alcuni casi (vedi le succulente e le cactacee), sospendere le annaffiature.
Come dicono i "Giardinieri in affitto", basta l'utilizzo di tre sensi, per capire quando l’acqua è sufficiente.
1)  Tatto: mettete una mano sopra la foglia e una sotto: se la pianta emana una sorta di lieve freschezza, significa che non ha sete, se invece è calda vuol dire che ha bisogno di acqua, per il fenomeno di evaporazione dei liquidi nei vegetali, simile alla sudorazione umana.

2) Vista: quando sono secche e disidratate le piante si afflosciano nel giro di pochi minuti, quindi bisogna innaffiare.

3) Olfatto: se la pianta in vaso emana un cattivo odore vuol dire che c'è ristagno di liquidi che potrebbe far marcire le radici, quindi lasciate asciugare bene il terreno e innaffiate con minore frequenza. 

Un consiglio per praticare un giardinaggio ecosostenibile e per fare in modo che le piante non si abituino a richiedere troppa acqua, è di non annaffiarle sistematicamente tutti i giorni o a cadenze fisse, ma solo quando ne hanno reale necessità, (attuando i metodi prima descritti) così si abitueranno anche a sopportare la sete dei giorni molto caldi e siccitosi senza soffrire troppo.
 
Le piante del giardino coltivate in piena terra posso sfruttare al meglio le precipitazioni.
Per fare in modo che riescano ad assorbire meglio l'acqua somministrata e quella piovana, si consiglia in primavera di zappettare leggermente intorno al fusto, per rompere la crosta del suolo.
Altra soluzione utile che diminuisce l'evaporazione dell'acqua è la pacciamatura: la base della pianta infatti, può essere coperta con uno strato di qualche centimetro di materiale organico, quali corteccia, foglie secche, paglia, lapillo, gusci di frutta secca, o dischi in fibra di cocco biodegradabili (in vendita qui).

Anche gli eccessi di acqua però possono danneggiare le piante. 
Se notate macchie sul fogliame, fiori marciti e muschio, avete sicuramente esagerato con l’acqua e l’unico modo per salvare la pianta (se le radici sono ancora sante) è trapiantarla in un nuovo vaso, con terriccio fresco miscelato a sabbia e con un fondo di ghiaia o argilla espansa che evitino il ristagno.

mercoledì 10 luglio 2013

Cosa ci insegnano i cani


In un blog come questo, dove si possono leggere tante storie di animali, non può mancare il video che sto per proporvi, dove i protagonisti assoluti sono i fedeli amici dell'uomo. 

Il sito HopplaHa lo ha montato unendo diverse parti di video divertenti e commoventi, alcuni già famosi in rete.

Il risultato è imperdibile!

 

 
Fonte: Repubblicatv.it
Cliccate qui se non visualizzate il video

I nostri amici cani ci danno ogni giorno lezioni di lealtà, amore, condivisione e altruismo.

Quanto abbiamo da imparare da loro!!!

lunedì 8 luglio 2013

Rimedi naturali contro la ticchiolatura


Le piante, proprio come gli umani possono ammalarsi; è quindi indispensabile imparare a curarle nel modo giusto quando ne hanno bisogno.

La ticchiolatura, anche conosciuta come macchia nera, è una malattia fungina che colpisce alcune piante ornamentali e da frutto, in particolare la rosa, il cotoneaster, il biancospino, la piracanta, il pioppo, il salice, il melo, il pero, il nespolo.

Si sviluppa soprattutto in presenza di un clima particolarmente umido e con scarso ricircolo d’aria, ad una temperatura di 24-25°C.
Gli attacchi di ticchiolatura avvengono in prevalenza in primavera e in autunno, ma possono succedere anche in estati particolarmente piovose e afose, come quella di quest'anno.

La malattia colpisce soprattutto le foglie, che si ricoprono, in maniera graduale, di macchie scure, che all’inizio sono piccole ed isolate, ma che diventano in breve tempo sempre più fitte, fino a macchiare completamente la foglia.
Attorno alle macchie, nere o porpora scuro, la foglia si ingiallisce fino a seccare.
Dalla pagina superiore della foglia, la malattia fungina si propaga velocemente anche alla pagina inferiore per poi attaccare i rami più esili, e poco dopo quelli portanti fino a contaminare l'eventuale frutto, che si deforma e marcisce.

Se l’attacco è in fase avanzata si può arrivare alla completa defogliazione della pianta e al suo indebolimento, fino alla riduzione dello sviluppo vegetativo e della fioritura.
Questo fungo si propaga rapidamente da una pianta all'altra, è quindi bene intervenire rapidamente non appena si notano i sintomi, per preservare le piante ancora sane.

Questo tipo di fungo sopravvive all'inverno, come spora, nelle foglie che cadono in terra.
Appunto per questo motivo, la miglior cura contro la ticchiolatura è la prevenzione, che si effettua prima di tutto con una adeguata potatura delle piante soggette a questo tipo di problemi, per far circolare meglio l'aria tra i rami.
Inoltre è opportuna la rimozione delle foglie e dei frutti infetti caduti sul terreno, avendo cura di distruggere tutto il materiale raccolto.

Aiuta la prevenzione di tutte le malattie fungine in generale, anche un'adeguata irrigazione e piantumazione, fatte in modo che la pianta abbia un buon drenaggio, al fine di evitare pericolosi ristagni.
Se si ha la cautela di irrigare il giardino nelle prime ore della mattina, (che sarà più agevole se avete un impianto di irrigazione automatico) anziché la sera, le foglie non rimarranno bagnate a lungo, scongiurando anche in questo modo l'insorgere del problema.
Ovviamente è bene evitare di bagnare direttamente le foglie durante l'irrigazione manuale, ma direzione il getto sulle radici.


Se si pongono in atto tutte le misure preventive prima elencate le vostre piante saranno sufficientemente protette dal fastidioso inconveniente che le mette a rischio.
Una soluzione usata dai più sono i trattamenti con poltiglia bordolese o altri prodotti a base rameica, da effettuarsi in fase di riposo vegetativo, che danno ottimi risultati anche in caso di sintomi già presenti e sono ammessi in agricoltura biologica.
Bisogna comunque fare molta attenzione a non omministrare questi prodotti chimici quando le piante sono già fiorite, perchè nuocereste agli insetti impollinatori, così importanti per l'equilibrio dell'ecosistema.
Ormai saprete tutti quanto ci tengo a questo argomento!

Volendo utilizzare sistemi totalmente naturali, si possono preparare infusi o decotti a base di equiseto o di ortica, efficaci anche contro la peronospora, altro pericoloso fungo che attacca le coltivazioni.

Un'efficace alternativa, provata personalmente con ottimi risultati è quella proposta da: Giardinieri in affitto, rimedio naturale semplicissimo da preparare in casa in pochi minuti: scopritelo nel seguente video!


Per chi fosse interessato all'utile suggerimento del video, ma avesse difficoltà a visualizzarlo, riepilogo la ricetta casalinga del rimedio naturale contro la ticchiolatura:

Miscelare in un secchio:
3 litri e mezzo di acqua
1 cucchiaio di bicarbonato di sodio
3 gocce di detersivo per piatti
Trasferire il preparato in uno spruzzatore e irrorare su tutte le parti della pianta.

Si può ripetere dopo un paio di settimane in caso di protarsi dei sintomi o di clima particolarmente umido.
Straordinario vero?
Oltretutto il bicarbonato di sodio è una sostanza molto versatile di cui ho già scritto, ma non sapevo ancora di questo uso!

Facile, economico e innocuo per gli insetti!

PROVATELO SULLE VOSTRE PIANTE E VEDRETE I RISULTATI IN POCO TEMPO!

sabato 6 luglio 2013

I Giardini Perduti di Heligan


C'è un posto in Inghilterra con una storia degna di essere raccontata in un libro.
Si tratta di un luogo sospeso tra fantasia e realtà che, per un lungo periodo di tempo è stato ricoperto da un fitto manto verde, come se la natura se ne fosse riappropriata, trasformandolo così in un luogo magico.

I Giardini Perduti di Heligan si trovano a Pentewan, St. Austell, in Cornovaglia, e hanno ben 500 anni di storia; per circa 400 anni furono curati e mantenuti con grande cura dalla famiglia Tremayne, che proprio ad Heligan aveva la residenza.
La Prima guerra mondiale però si portò via molti dei giardinieri che se ne occupavano e la tenuta cadde in rovina. 
Dopo decenni di abbandono e il devastante uragano del 1990, i Giardini di Heligan stavano quasi per sparire per sempre, invece destino volle che, durante un sopralluogo degli attuali proprietari discendenti dei Tremayne, scoprirono una minuscola stanza verde, sepolta sotto i calcinacci caduti da un angolo di uno dei giardini recintati, e scavando sotto le macerie venne svelato il segreto.
Una scritta incisa sulle mura di pietra diceva: “Non venite qui per dormire o riposare”, datata agosto 1914, con l'elenco dei nomi di chi che vi avevano lavorato.
Venne organizzata così una grande squadra di lavoro con un progetto di restauro che è durato diversi anni, che è riuscito a liberare dai rovi di rampicanti e di edera gli alberi secolari.
Antichi pascoli, boschi, orti, corsi d’acqua, stagni e laghetti, sculture, ora sembrano prendere vita insieme agli animali selvatici che li popolano.

La proprietà si estende ora su circa 200 ettari della tenuta originale, quindi il progetto non è ancora finito, ma, contro ogni previsione i giardini sono stati riportati al loro originario splendore.
Oggi i Giardini sono aperti al pubblico, che potrà godere durante la visita dell’atmosfera selvaggia dei luoghi, che li ha resi famosi in tutto il mondo.
Alberi altissimi, laghetti, animali selvatici e tappeti di campanule, insieme a misteriose sculture di fanciulle giganti e curiosi troll ricoperti di erba e muschio, lasciano a bocca aperta grandi e piccini.

"La bella addormentata"
I fortunati visitatori possono esplorare liberamente diverse sezioni.
La Valle Perduta, che piace molto ai bambini, ha tanti sentieri nascosti e casette di pipistrelli.
Gli Orti Vittoriani, che sono stati pluripremiati, riproducono fedelmente gli orti dell’epoca vittoriana con oltre 200 varietà di frutta, erbe ed ortaggi, tutti coltivati con metodi tradizionali.


In primavera i Giardini di Heligan si ricoprono di campanule, i rododendri e le camelie fioriscono, regalando agli appassionati di giardini una visione straordinaria.


La Giungla è un'area del giardino da non perdere, con vegetazione lussureggiante, piantagioni esotiche di banani, rabarbari giganti e tunnel di altissimi bambù.
Una suggestiva passerella di legno permette di esplorare questa zona comodamente, attraversando stagni e sottobosco.


La palude si trova nel centro della tenuta e vi si può osservare a distanza ravvicinata la fauna selvatica. 

 
Anche all'interno del centro visitatori si possono visionare interessanti mostre interattive, complete di fotografie, video e informazioni sulla fauna del luogo. 
All’interno dei Giardini ci sono tanti bei posti in cui fermarsi a mangiare o a riposarsi.

lunedì 1 luglio 2013

Adorabili ortensie

Le ortensie sono tra i miei fiori preferiti da sempre.
Molto presenti sui balconi e nei giardini italiani, sono piante generose, forti ed adattabili; non temono i rigori dell'inverno e ne esistono moltissime varietà.


L'ortensia, o hydrangea, è originaria della Cina e del Giappone. 
Diffusa nelle regioni orientali dell'Asia e dell'Himalaya, comprende diverse specie di arbusti a foglia caduca.
Il clima più adatto per queste piante è mite, non troppo caldo né troppo freddo, perfetto quello temperato-umido.
La maggior parte delle specie resiste bene a temperature fino a -10°, ma possono ritardare la fioritura se subiscono gelate tardive.
Amano l'ombra, ma crescono anche al sole, se in zona fresca.

Foto dal web di un ortensia dai colori incredibili
Prosperano quasi in ogni tipo di terreno all'inderogabile condizione di un regolare apporto d'acqua ed di un buon drenaggio.
Prediligono comunque un terreno ricco, possibilmente torboso e piuttosto acido, da addizionare con letame maturo.
Il ph del terreno condiziona molto il colore dell'ortensia: se il terreno è molto acido, i fiori saranno blu; se al contrario l'acidità è bassa, i fiori saranno rosa.
Un caso a parte sono le ortensie con infiorescenze bianche, che manterranno inalterato il loro colore con qualsiasi terreno.

Eccomi davanti ad un'enorme ortensia paniculata in Repubblica Ceca
Le ortensie si pongono a dimora in autunno o a marzo, avendo l'accortezza di predisporre una buca di dimensione almeno doppia delle radici della pianta.
Se il terreno è troppo alcalino, usare terriccio per piante acidofile per colmare la buca, per poi posizionarvi l'arbusto.
Dopo aver interrato, l'ortensia ha bisogno di molta acqua per poter prosperare.
Il terreno deve essere mantenuto umido, sempre avendo l'attenzione di non inzupparlo, per evitare la formazione di pericolosi ristagni d'acqua.

Può essere utile pacciamare la base con una buona dose di stallatico, oppure con corteccia o foglie secche, per mantenere costante umidità intorno alle radici.
Durante l'inverno le annaffiare vanno sospese per non far gelare le radici.
In primavera quando l'ortensia inizierà a germogliare, si può somministrare del fertilizzante liquido universale sciolto nell'acqua dell'irrigazione, da ripetere un paio di volte nel periodo della fioritura.
Splendido esemplare di ortensia involucrata fotografato durante un viaggio in Cornovaglia
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