Ora che sono tornata dal mio primo evento da blogger, posso raccontarvi tutti i particolari, anticipando che nei commenti al post Un'invito speciale, qualcuno aveva intuito giustamente, almeno la location.
Per iniziare vi riporto la prima parte dell'invito, così come l'ho ricevuto:
Inaugurazione Terrazza delle Protee
Giardini dell'Isola Madre del Lago Maggiore
Sabato 8 giugno
L'incontro è riservato alla Stampa e agli Ospiti della Famiglia Borromeo
La Sua presenza è particolarmente gradita
Solo leggendo queste poche parole ero già entusiasta, senza ancora sapere di cosa si trattasse esattamente; una volta letto i dettagli, mi sono decisa a partecipare per non perdermi un'occasione così speciale.
L'evento si è svolto appunto sull'Isola Madre del Lago Maggiore, in uno dei tre Paradisi in terra dei Principi Borromeo.
Quest'isola di origine glaciale, di 8 ettari circa, è di proprietà della famiglia Borromeo dal 1500.
Rinomata a livello internazionale per i Giardini Botanici all'inglese realizzati ai primi dell'800, ospita oltre alle acidofile tipiche dei laghi come azalee, rododendri, camelie, magnolie, ortensie, peonie, aceri, conifere, anche diversi tipi di palme e altre piante esotiche, anche agrumi, felci, eucalipti, ginkgo biloba, glicini ed un esemplare secolare di Cipresso dell'Himalaya.
Infatti tante rare essenze vegetali originarie delle più diverse latitudini, grazie al clima molto mite, sono riuscite ad insediarsi, creando una flora sorprendente e difficilmente reperibile in altri luoghi.
L'inaugurazione oggetto dell'invito riguardava una zona dedicata ad una specie botanica rara alle nostre latitudini, che, dopo ben trent'anni di tentativi e tanta fatica, il signor Gianfranco Giustina, con il suo team di abili giardinieri, è riuscito ad acclimatare.
Si tratta delle protee, arbusto simbolo del Sud Africa, che solitamente da il meglio di sè in ambienti caldi e secchi, cioè in condizioni diverse da quelle del nord Italia.
Le protee, di cui esistono 117 specie al mondo, sono arbusti sempreverdi con fusti rigidi che crescono fino a circa 1-1,5 m, con foglie ovali o allungate, verde scuro e cerose, dalla fioritura vistosa e particolare, che varia a seconda della specie; in alcune assomigliano a grandi carciofi, in altre a pigne di conifera.
I fiori possono essere grandi 10-25 cm, costituite da piccoli fiori riuniti al centro e contornati da lunghe brattee colorate.
Ecco qualche immagine scattata sulla terrazza del grande Giardino, dove si sono potute ammirare diverse piante amanti del caldo.
I primi tentativi di coltivazione delle protee presso il Giardino dell'Isola Madre, risalgono agli anni ottanta, quando il capo giardiniere di Casa Borromeo, procurandosi dei semi freschi per corrispondenza da alcuni vivaisti Sud Africani, tentò invano di farli germogliare.
Solo dopo qualche anno grazie all'arrivo di giovani piante di protea e di Banksia serrata, lo sforzo fu ripagato e le giovani piante iniziarono a prosperare.
Parallelamente arrivarono anche alcuni semi freschi di Telopea Speciosa, una protea tipica della Nuova Zelanda, che attecchirono.
Purtroppo l'inaspettata tromba d'aria che si è abbattè sull'isola nel 2006, distrusse molte piante, tra cui tutte le protee e vanificò tanti anni di lavoro e di ricerca.
Anche il Cipresso dell'Himalaya, monumento verde, diventato simbolo dell'Isola e della passione della Famiglia Borromeo per la botanica, fu messo a dura prova dal tornado, ma grazie ad un abile intervento di sostegno è miracolosamente sopravvissuto.
L'evento si è svolto appunto sull'Isola Madre del Lago Maggiore, in uno dei tre Paradisi in terra dei Principi Borromeo.
Quest'isola di origine glaciale, di 8 ettari circa, è di proprietà della famiglia Borromeo dal 1500.
Rinomata a livello internazionale per i Giardini Botanici all'inglese realizzati ai primi dell'800, ospita oltre alle acidofile tipiche dei laghi come azalee, rododendri, camelie, magnolie, ortensie, peonie, aceri, conifere, anche diversi tipi di palme e altre piante esotiche, anche agrumi, felci, eucalipti, ginkgo biloba, glicini ed un esemplare secolare di Cipresso dell'Himalaya.
Infatti tante rare essenze vegetali originarie delle più diverse latitudini, grazie al clima molto mite, sono riuscite ad insediarsi, creando una flora sorprendente e difficilmente reperibile in altri luoghi.
L'inaugurazione oggetto dell'invito riguardava una zona dedicata ad una specie botanica rara alle nostre latitudini, che, dopo ben trent'anni di tentativi e tanta fatica, il signor Gianfranco Giustina, con il suo team di abili giardinieri, è riuscito ad acclimatare.
Si tratta delle protee, arbusto simbolo del Sud Africa, che solitamente da il meglio di sè in ambienti caldi e secchi, cioè in condizioni diverse da quelle del nord Italia.
Le protee, di cui esistono 117 specie al mondo, sono arbusti sempreverdi con fusti rigidi che crescono fino a circa 1-1,5 m, con foglie ovali o allungate, verde scuro e cerose, dalla fioritura vistosa e particolare, che varia a seconda della specie; in alcune assomigliano a grandi carciofi, in altre a pigne di conifera.
I fiori possono essere grandi 10-25 cm, costituite da piccoli fiori riuniti al centro e contornati da lunghe brattee colorate.
Ecco qualche immagine scattata sulla terrazza del grande Giardino, dove si sono potute ammirare diverse piante amanti del caldo.
I primi tentativi di coltivazione delle protee presso il Giardino dell'Isola Madre, risalgono agli anni ottanta, quando il capo giardiniere di Casa Borromeo, procurandosi dei semi freschi per corrispondenza da alcuni vivaisti Sud Africani, tentò invano di farli germogliare.
Solo dopo qualche anno grazie all'arrivo di giovani piante di protea e di Banksia serrata, lo sforzo fu ripagato e le giovani piante iniziarono a prosperare.
Parallelamente arrivarono anche alcuni semi freschi di Telopea Speciosa, una protea tipica della Nuova Zelanda, che attecchirono.
Purtroppo l'inaspettata tromba d'aria che si è abbattè sull'isola nel 2006, distrusse molte piante, tra cui tutte le protee e vanificò tanti anni di lavoro e di ricerca.
Anche il Cipresso dell'Himalaya, monumento verde, diventato simbolo dell'Isola e della passione della Famiglia Borromeo per la botanica, fu messo a dura prova dal tornado, ma grazie ad un abile intervento di sostegno è miracolosamente sopravvissuto.
Solo nel 1992 nuove piante di protea, messe a dimora in piena terra, riuscirono a fiorire per la prima volta, in una calda terrazza esposta a sud.
A quel punto i giardinieri di Casa Borromeo sistemarono alcune aree, predisponendo una terrazza in un punto particolarmente caldo ed assolato, protetto dalla tramontana, per dedicarlo alle protee e ad altre piante tipiche della flora Australe.
La nuova coltivazione, finalmente fiorita, arricchisce ulteriormente i giardini dell’isola, che, per varietà di specie botaniche, sono tra i più ricchi parchi botanici in Italia.
L’inaugurazione della Terrazza delle Protee, è stata organizzata in concomitanza con la prima delle grandi fioriture di questa specie (la seconda fioritura è prevista a settembre-ottobre).
Io e il gruppo di giornalisti e bloggers siamo stati accompagnati e guidati nella visita dell'intero giardino botanico dal capo giardiniere di Casa Borromeo in persona, che ci ha raccontato, con grande passione, tutta la storia di questo splendido fiore, multiforme come il dio greco da cui prende il nome, che finalmente ha trovato un luogo ideale dove crescere e fiorire.
Se qualcuno volesse provare a coltivare le protee in Italia, bisogna tener conto che mal resiste a temperature sotto lo zero, quindi in inverno sarebbe meglio riporre le piante in luoghi riparati (possibilmente in serre o verande), e che le piante sviluppate da seme impiegano circa 4-5 anni prima di fiorire.
La protea necessita di almeno alcune ore al giorno di sole diretto, in estate meglio al mattino, in inverno in pieno sole.
Dalla primavera all'inizio dell'autunno deve essere annaffiata con regolarità, attendendo sempre che il terreno si asciughi tra un'annaffiatura e l'altra.
Il substrato ideale è composto da terriccio universale o per piante acidofile, mescolato con molta sabbia e pietra pomice o lapillo.
Solitamente le protee non vengono attaccate da parassiti o da malattie, ma possono risentire della carenza di magnesio, che può provocare la clorosi delle foglie, oltre a non sopportano i terreni argillosi e ricchi di fosforo, che provocano l'appassimento e la crescita stentata.
A quel punto i giardinieri di Casa Borromeo sistemarono alcune aree, predisponendo una terrazza in un punto particolarmente caldo ed assolato, protetto dalla tramontana, per dedicarlo alle protee e ad altre piante tipiche della flora Australe.
La nuova coltivazione, finalmente fiorita, arricchisce ulteriormente i giardini dell’isola, che, per varietà di specie botaniche, sono tra i più ricchi parchi botanici in Italia.
L’inaugurazione della Terrazza delle Protee, è stata organizzata in concomitanza con la prima delle grandi fioriture di questa specie (la seconda fioritura è prevista a settembre-ottobre).
Io e il gruppo di giornalisti e bloggers siamo stati accompagnati e guidati nella visita dell'intero giardino botanico dal capo giardiniere di Casa Borromeo in persona, che ci ha raccontato, con grande passione, tutta la storia di questo splendido fiore, multiforme come il dio greco da cui prende il nome, che finalmente ha trovato un luogo ideale dove crescere e fiorire.
Se qualcuno volesse provare a coltivare le protee in Italia, bisogna tener conto che mal resiste a temperature sotto lo zero, quindi in inverno sarebbe meglio riporre le piante in luoghi riparati (possibilmente in serre o verande), e che le piante sviluppate da seme impiegano circa 4-5 anni prima di fiorire.
La protea necessita di almeno alcune ore al giorno di sole diretto, in estate meglio al mattino, in inverno in pieno sole.
Dalla primavera all'inizio dell'autunno deve essere annaffiata con regolarità, attendendo sempre che il terreno si asciughi tra un'annaffiatura e l'altra.
Il substrato ideale è composto da terriccio universale o per piante acidofile, mescolato con molta sabbia e pietra pomice o lapillo.
Solitamente le protee non vengono attaccate da parassiti o da malattie, ma possono risentire della carenza di magnesio, che può provocare la clorosi delle foglie, oltre a non sopportano i terreni argillosi e ricchi di fosforo, che provocano l'appassimento e la crescita stentata.
Non richiedono alcuna concimazione.
I fiori di protea recisi rimangono bellissimi per circa 2-3 settimane.
In Sud Africa vengono chiamate "Sugar bushes", cespugli di zucchero e vengono impollinate da pipistrelli e piccoli topi.
Alcuni uccellini muniti di un lungo e sottile becco si nutrono del nettare di questi fiori.
Anche la fauna dei luoghi è molto particolare, e tra tanti diversi tipi di uccelli, come i pavoni albini, il più strano di tutti a me sconosciuto fino a quel momento, ecco il variopinto fagiano dorato.
Alla
fine della splendida visita siamo stati accolti con un rinfresco davanti ad un edificio dependance probabilmente adibito in passato a giardino d'inverno.
Peccato essere stati disturbati dalla
pioggia ed essere dovuti tornare prima del previsto...
L'esperienza comunque è stata molto entusiasmante e la consiglio a tutti!
Non a caso l'incantevole Giardino botanico dell'Isola Madre venne definito un paradiso terreste dallo scrittore francese Gustave Flaubert!
Il giardino è aperto tutti i giorni ed è possibile visitare anche gli interni del Palazzo dei Borromeo.
Approfittatene!!!
Approfittatene!!!
Conosco bene le isole.
RispondiEliminaGrazie infinite per questo post.
Chissà che emozione...
Meraviglioso..
È stata proprio una visita interessante!
EliminaPeccato solo che il tempo non era bellissimo.
Ciao Mary, buonanotte.
Avevo visto un post su Fiori e Foglie su questo evento (a proposito, ci sei nelle foto? sicuramente lo conosci, è un blog di tgcom.it) e già ero rimasta a bocca aperta. Ma adesso che ho letto le tue foto sono ancora più innamorata! E' qualche anno che sogno di andare sul lago Maggiore, quest'anno spero proprio di farci un giro. Ciao carissima!
RispondiEliminaCiao Marta!
EliminaHo capito ora chi era la fotografa di Fiori e Foglie...
Sono nella foto 13, la mora con la maglia chiara a destra (in secondo piano) del capo giardiniere!
Devi andarci anche tu, è un vero paradiso!
Dicevo un po' per dire e invece ti ho beccata nella foto! ;-)
EliminaEh ma che meraviglia! Oltre all'emozione di essere invitati come blogger ad un evento, le protee sono uno spettacolo di forme e colori, così esotiche mi piacciono in modo incredibile. Bellissime poi le tue foto e tutti questi giardini, da non perdere. Una gita sul lago Maggiore cii starebbe proprio bene.
RispondiEliminaCiao Laura!
EliminaIl giardino è un incanto da visitare, e poi quanti pavoni e fagiani!
Ce n'erano anche di appena nati, dolcissimi!
Buon weekend amica creativa..;-)
Che bella esperienza!!
RispondiEliminaUn luogo davvero incantevole, un meraviglioso eden e le tue immagini fanno davvero sognare, grazie per averci accompagnato in questa interessantissima visita virtuale!!
Bell'articolo e davvero interessante il suo blog! Le segnalo anche un altro articolo con informazioni più dettagliate a riguardo. Gli unici in tutta Europa a produrre le piante di Protea sono alcuni vivai italiani,tra cui i Vivai Simoncini che hanno collaborato con il giardino botanico dell'Isola Madre alla realizzazione della Terrazza delle Protee. A questo link troverà tutte le altre informazioni :
RispondiEliminahttp://www.vivaisimoncini.it/isole-borromee-e-vivai-simoncini/
Grazie mille dell'informazione e dei complimenti!
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