foto dal web |
Leggendo un recente articolo sui miei argomenti preferiti, animali e natura, ho appreso che una ricerca dell'università australiana di Melbourne, ha dimostrato che i rumori urbani possono causare mutazioni genetiche nel canto degli uccelli.
Il rumore del traffico, secondo questo studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the Royal Society, costringe ad alzare i toni non solo le persone, ma anche gli uccelli canterini che vivono in città.
I ricercatori ornitologi hanno esaminato i vocalizzi di un tipo di passeracei, esattamente i zosteropidi o uccelli dagli occhiali, (lo vedete nella foto in alto) confrontando quelli delle aree rurali con quelli delle zone urbane e hanno scoperto che quest'ultimi hanno dovuto adeguare il loro canto per superare i rumori cittadini, che raggiungono gli 80 decibel, contro i 35-40 decibel dei suoni di campagna.
I passeracei usano solitamente un ampio repertorio di suoni, esattamente tre.
Secondo gli studiosi gli uccelli di città ormai usano un solo un registro, quello più acuto, chiamato dialetto San Francisco, perché è l'unico linguaggio con cui riescono a comunicare, essendo l'unico che riesce a superare il rumore del traffico.
Il linguaggio usato dagli uccelli cittadini, è stato studiato e identificato con questo particolare nome, dopo aver analizzato per anni le registrazioni del verso dei passeri in un quartiere particolarmente trafficato di San Francisco.
Si è scoperto che questo nuovo registro acuto è ora il normale metodo di comunicazione.
foto dal web |
Ed è soprattutto nella velocità con cui vocalizzano ogni 'parola', che si sono notati i maggiori cambiamenti; infatti gli uccelli di città cantano molto più lentamente degli altri, come scandendo, per farsi capire meglio!
In città la capacità di urlare più forte ha ridisegnato la mappa delle popolazioni di uccelli.
I cambiamenti osservati rendono il maschio meno attraente per le femmine, che gli studiosi sanno non apprezzare i canti d’amore a tonalità più alte.
Di conseguenza non si lasciano conquistare facilmente e questo ha un certo impatto sulla riproduzione della specie!
Pare che le serenate a bassa frequenza abbiano un effetto più incoraggiante e stimolante verso l'accoppiamento sugli esemplari femmine.
Le ghiandaie dal canto grave si sono allontanate dalle aree rumorose, mentre i passeri, che sono una specie molto adattabile ai cambiamenti, hanno adeguato il repertorio dei canti di corteggiamento.
Anche le specie abituate a cinguettare di giorno hanno spostato le loro sessioni musicali di notte, come ha osservato uno studio sui pettirossi pubblicato su Biology Letters.
foto dal web |
Ma non solo gli uccelli di città devono aumentare il volume dei loro richiami, ma anche le rane che vivono vicino alle strade, i grilli, le cicale, le cavallette e perfino le balene orami assordate dai sonar delle navi, mentre i delfini si allontanano dalle rotte più battute.
La soluzione può essere iniziare ad usare di più la bicicletta e acquistare un auto elettriche (ci sto pensando seriamente) oppure... camminare!
Davvero.. quante gliene facciamo passare. Darwin sarebbe molto interessato a queste moderne evoluzioni delle specie.
RispondiEliminaMeno male che gli amici pennuti hanno tanto spirito d'adattamento.
Ma sai che ne ero convinta? Nel senso che avevo l'impressione che il volume del cinguettio degli uccellini qui intorno fosse più alto di quello del cinguettio degli uccellini nel mio paesello d'origine! Certo che poverelli a quanto stress sono sottoposti...
RispondiEliminaPoveri passerotti, che guaio!! Post interessantissimo!!
RispondiEliminaOh mamma mia... influenziamo (in peggio) la natura anche con azioni non volutamente negative, come il girare per strada, il prendere l'autobus o il treno... che pessima cosa. Ilaria sempre articoli interessantissimi, GRAZIE!!
RispondiEliminaSiamo fortunatissime ad abitare in mezzo al verde....
RispondiEliminaCiao farncesca
Grazie a tutte ragazze!
EliminaMi fa molto piacere che troviate i miei articoli interessanti, io faccio del mio meglio, ma non sempre ho l'ispirazione giusta.
Buon 25 aprile a tutte e buon ponte se lo fate!... Io lavoro... sigh...
un post davvero interessante, poveri uccellini!
RispondiEliminaNon oso pensare ad un giorno senza sentire il loro canto, da quando sono nata l'ho sempre ascoltato a casa mia.
A presto
poveri uccellini...trattiamo la natura senza rispettarla o come in questo caso ASCOLTARLA. E' ignobile. Un saluto, alla prossima
RispondiEliminaGrazie, interessantissimo!
RispondiElimina