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venerdì 1 marzo 2013

Fioriscono i crocus!

Fotografia di Mark Kovacs

Nonostante ci sia ancora un pò di neve sui prati e nei giardini privati, i crochi stanno facendo capolino, lasciandoci intravedere la primavera alle porte!

Queste delicate erbacee perenni dalla tipica infiorescenza a forma di coppa, con i primi tiepidi raggi del sole e l'allungarsi delle giornate, schiudono le loro corolle in una gran varietà di colori.
Disponibile in più di 80 specie diverse, (alcune delle quali a fioritura autunnale) è coltivato nella maggior parte dei paesi del Mediterraneo e in Asia.
Si tratta di uno dei primi fiori dell'anno, come i muscari armeniacum, ai quali ho da poco dedicato un post.

I crocus, essendo molto resistenti, sono in grado di far fronte alle gelate primaverili o alle nevicate tardive, facendo la sua comparsa anche attraverso la neve.

 
 
Questa bulbosa appartiene alla famiglia degli iris, ed è stato individuato per la prima volta in epoca romana.
Il suo nome, crocus, deriva dal greco Krokos, che significa filamenti, per gli stimmi lunghi e filamentosi, ed è stato citato addirittura da Omero nell'Iliade.

Una delle sue principali caratteristiche è la sua grande forza, basti pensare che il bulbo fiorisce anche se non interrato, soltanto lasciandolo in un luogo fresco e aerato ed è in grado di prosperare nei giardini rocciosi.
Il croco è un fiore particolarmente versatile, che ovunque coltivato non mancherà di dare un tocco di raffinatezza.


Dal bulbo del croco esce uno stelo che porta un fiore, che può variare dagli 8 ai 15 cm. di altezza, luminoso e appariscente, che nella maggior parte dei casi è di color lilla, ma che può essere anche giallo, arancio, bianco striato o viola, secondo la varietà a cui appartiene.
Le specie più precoci sono i crocus Imperati, Minimus e Aureus; il Pickwick, dai fiori lilla con venature chiare sono tra i più coltivati.
Lo zafferano che si usa in cucina, conosciuto da secoli in medio oriente, si ricava dagli stimmi essiccati del crocus Sativus che fiorisce in autunno.


I fiori sono composti da 6 petali, che nelle specie selvatiche spesso sono bordati esternamente da linee e macchie di colore diverso, contrastanti con le tonalità di base.


Le foglie dei crochi sono verdi, di forma filiforme e ricurva, vagamente simili agli aghi di pino.
Sono molto adatti per l'inselvatichimento, in modo da creare intense macchie di colore sui tappeti erbosi o altre aree ai margini del giardino.
Dopo la fioritura il bulbo subisce una vera e propria trasformazione, con il vecchio fusto che lentamente avvizzisce e si atrofizza, in attesa che si formi il successivo, che fiorirà l’anno successivo.
Sono bulbose di facile coltivazione, pertanto non ci sono particolari accorgimenti da seguire, se non poche regole da rispettare.
Ovviamente al momento dell'acquisto la scelta dei bulbi più sani è importante, scegliete quelli senza imperfezioni o macchie strane e che siano duri al tatto.
Per ottenere i migliori risultati il bulbo va interrato in autunno, nel periodo tra settembre e ottobre.

Il croco ama posizioni aerate e molto luminose, possibilmente a mezz'ombra, dove non sia a contatto con i raggi diretti del sole per troppe ore al giorno, che potrebbe bruciare le foglie ed i fiori, anche se spesso gli ibridi sopportano anche l’esposizione in pieno sole.



I bulbi devono essere interrati ad una profondità dagli 8 cm. ai 15 cm. secondo la sua grandezza, (almeno il doppio del suo diametro); tale profondità permetterà alle radici di raggiungere zone più umide e fresche.
Il terreno di coltivazione deve essere possibilmente leggero, drenante, ricco di sabbia e humus, soprattutto se di base è argilloso e troppo compatto, regola che vale per tutti i fiori da bulbo.

Al momento della messa a dimora si può somministrare nell'impasto di terriccio un concime a lenta cessione, per garantire al bulbo il giusto nutrimento che gli servirà per tutto il ciclo vegetativo.  
Per ottenere un risultato d'effetto nel giardino, si consiglia di utilizzare bulbi della stessa specie, interrandoli ad una distanza di circa 5 cm. l'uno dall'altro, avrà così tutto lo spazio necessario per allargarsi, ottenendo così uno sviluppo tappezzante.
Può succedere che non fioriscano il primo anno, ma daranno grandi soddisfazioni gli anni successivi.

domenica 24 febbraio 2013

Viburno thinus, un sempreverde che non può mancare!


Il viburnum thinus è senza dubbio un arbusto che regala grandi soddisfazioni a chiunque la coltivi.
E' una pianta sempreverde molto rustica, poiché sa adattarsi agli ambienti siccitosi e sopravvive senza problemi nei climi più rigidi, sopporta l'esposizione all'ombra, anche se fiorisce meno, ed è particolarmente resistente alle intemperie.
Raramente si ammala e non richiede le classiche operazioni di potatura, in quanto può crescere in forma libera, senza controindicazioni per la salute della pianta.
Se non si interviene con le potature, oltretutto, il viburno thinus regala piccoli fiori a mazzetti che sembrano merletti bianco avorio, molto profumati, di colore rosa quando sono ancora in bocciolo.
Proprio come succede al mio!

È un arbusto da non dimenticare nella progettazione di un giardino!
 
Il suo portamento è morbido, espanso, con rami estremamente flessibili, eppure particolarmente resistenti.
Con il tempo può raggiungere i 3-4 metri di altezza e i 3-4 metri di larghezza.
Tenete conto dei suoi ingombri prima della scelta del luogo di messa a dimora.
Originario dell'Europa sud-orientale, viene chiamato anche viburno tino, lentaggine, lauro tino o alloro tino.
Il viburno thinus emette i boccioli rosa in inverno e fiorisce in primavera, sempre se non lo potate in autunno.


Le sue foglie hanno una consistenza coriacea di colore verde scuro, ma la bellezza di questo tipo di viburno (ne esistono circa 120 specie diverse) non è solo nel fogliame o nella fioritura, ma anche per le abbondanti bacche molto decorative di color blu violaceo che compaiono dopo la fioritura, in autunno e permangono per diverso tempo sull'arbusto.


Le bacche del viburno sono molto gradite agli uccellini che frequentano i giardini, dandoci un'opportunità in più di osservarli quando si avvicinano per mangiare.
E' fondamentale precisare che i suoi frutti sono tossici per gli essere umani, infatti contengono una sostanza nociva, la viburnina. 
La corteccia invece contiene amidi, saccarosio, oli grassi e destrine ed è utilizzata a scopi farmacologici.

Il viburno thinus, per tutte le sue caratteristiche, risulta molto adatto alla formazione di siepi ma può essere tenuta anche in vaso, come esemplare singolo o in aiuola mista (come il mio).
Viburno thinus nel nostro giardino com'è ora, a febbraio (è l'arbusto fiorito a sx vicino alla scala)
Viburno thinus a maggio scorso (tra la scala e la rosa)

Si mettono a dimora in autunno o in primavera tenendo conto che predilige i terreni drenati e freschi.
La concimazione è consigliata al momento della messa a dimora (preferibilmente stallatico pellettato o compos) e non è necessario ripeterla ciclicamente, come accade per altre piante che richiedono maggiore cura perché più delicate, ma se ogni autunno ripetete la somministrazione la pianta si rafforzerà.

mercoledì 13 febbraio 2013

Un tocco di blu


Tra le poche fioriture di febbraio, ce n'è una particolarmente bella, quella dei Muscari Armeniacum!

I muscari sono bulbose perenni di piccola taglia adatte all'inselvatichimento, con minuscoli fiori riuniti a grappoli o spighe, di colore viola, blu oppure bianco, a secondo della specie, che sbocciano solitamente in primavera, ad eccezzione di alcune specie che cominciano a fiorire già da questo mese.
La specie Armeniacum che è la varietà più coltivata e venduta tra le sessanta varietà, per
fioritura prolungata, molto profumata e vistosa.
Spuntano tra i prati con i primi tepori primaverili proprio nel mese di febbraio, se il tempo è clemente, con grappoli rigonfi portati da lunghi steli con
foglie strette e lunghe, che possono arrivare sino a trenta centimetri.

 

Per poter godere della vista di questi spettacolari fiori blu nel proprio giardino, bisogna però organizzarsi per tempo.
Come tutti i bulbi a fioritura invernale/primaverile, i muscari devono essere messi a dimora in autunno, da metà settembre a fine novembre circa, e comunque prima delle gelate.
Se non sapete come fare leggete il detttagliato post: È il momento di piantare i bulbi

I bulbi vanno interrati ad una profondità di circa 5-7 centimetri, con le radici rivolte verso il basso e la punta verso l'alto (regola che vale per tutti i bulbi) coprendo con terreno drenante miscelato con torba e sabbia addizionati con una buona quantità di concime organico (stallatico pellettato)

Questa bulbosa non teme il freddo, non è quindi necessario proteggerla in inverno, ma è importante al momento della messa a dimora che i muscari siano posti in pieno sole, perché necessitano di almeno alcune ore di sole al giorno.
Se coltivati troppo in ombra produrranno più foglie che fiori.


 

Per ottenere il meglio dai muscari, si consiglia di lasciare i bulbi nel terreno anche durante il riposo vegetativo, al fine di farli inselvatichire; in questo modo anno dopo anno la pianta si espanderà in mezzo al prato e si arricchirà di un numero sempre maggiore di fiori.
Con un po' di lavoro, un buon numero di bulbi e una buona dose di pazienza, (prerogativa indispensabile di ogni giardiniere) si possono ottenere effetti tappezzanti come i sottostanti!!! 

 

lunedì 14 gennaio 2013

In attesa dei bucaneve

foto dal web

Vista la neve, preannunciata e arrivata, su quale fiore ho pensato di scrivere?
Il bucaneve! 

Questo fiore invernale dal nome scientifico Galanthus nivalis, è un'erbacea perenne da bulbo di piccole dimensioni, diffusa in tutta Europa nel sottobosco umido e fresco.
Detto anche stella del mattino è uno dei primi fiori a spuntare dalla terra nel nuovo anno.
 
Essendo fioriture di febbraio, i bucaneve non temono il freddo, e possono sopportare temperature di molti gradi inferiori allo zero senza venirne danneggiati.
I sottili steli eretti portano un singolo fiore bianco a campanula, formato da tre petali esterni allungati e tre interni meno visibili, segnati da una maculatura verde; il fogliame è nastriforme e carnoso, sufficientemente robusto per bucare la neve anche compatta.


Sono di facile coltivazione e molto adatte all'inselvatichimento.
I bulbi devono essere interrati in autunno, in gruppetti, in modo che, come avviene in natura, diano origine a varie macchie di colore in mezzo al prato.
La profondità di posa deve essere pari al doppio del diametro del bulbo (regola valida per tutti i tipi di bulbi: È il momento di piantare i bulbi), per poi essere coperto bene con terriccio fresco, in modo che trattenga abbastanza umidità. 
Per ottenere una ricca fioritura è consigliabile posizionarli il luogo più soleggiato possibile.

foto dal web
I bucaneve necessitano di una buona quantità di acqua durante il periodo di vegetazione, dall'inizio dell'inverno fino ai primi mesi primaverili, quando il fogliame tende a seccare, che solitamente gli viene garantita dalle precipitazioni.
In caso di inverno e primavera molto siccitose è consigliabile annaffiarli nelle ore più calde della giornata, attendendo sempre che il terreno asciughi tra un'annaffiatura e l'altra, per evitare che la carenza d'acqua causi un appassimento dei fiori e dei boccioli.
Sospendere completamente le innaffiature dopo la fine della fioritura, permettere al bulbo di entrare in riposo vegetativo fino all'inverno successivo.

Essendo una pianta di minime dimensioni, raggiunge a malapena i 15-20 cm di altezza, ma tende a produrre piccole colonie, ricoprendo piccole zone di giardino o di bosco.

foto dal web

Esistono circa 15-20 specie di galanthus, ma molte di più sono le specie ibride o cultivar che generalmente hanno fiori particolarmente più grandi, completamente bianchi o con maculature colorate.

martedì 8 gennaio 2013

Piccolo accenno di primavera



L'inverno mite non si sta verificando solo in Italia, ma anche oltre confine e la Svizzera ne è un esempio.
Repubblica.it, sezione Viaggi, ha pubblicato in questi giorni alcune immagini della zona del Lago di Lugano con le camelie già in fiore!
(Le ho appena citate nell'ultimo post!)




Meravigliose vero?
Grazie al sole caldo i turisti e i residenti si fermano nei locali con sedute all'aperto (alcuni semplicemente in camicia) per la colazione o la pausa pranzo, affiancati dall'albero di Natale ancora addobbato, quasi a ricordare che in realtà è ancora inverno, oppure passeggiano in riva al lago fermandosi sulle panchine ad apprezzare il panorama delle Alpi che si specchiano.



Le temperature negli ultimi giorni hanno superato i 20 gradi, creando l'effetto primavera precoce in tutta la Svizzera meridionale.


Se vi piace l'idea di un giro su un lago, vi propongo di tornare con me (intendo virtualmente) su un altro lago, quello di Ginevra, tramite i post in cui raccontavo la flora e la fauna ammirati durante la vacanza relax primaverile: Birdwatching tra lago e alpi  e Aiuole e bordure di lago.

Visto che qui, nella mia pianura padana, da un paio di giorni c'è la nebbia e la temperatura si è notevolmente abbassata rispetto allo scorso weekend, volevo condividere con voi questo sprazzo di primavera anticipata.

sabato 5 gennaio 2013

Proposte per un giardino invernale



È iniziato un nuovo anno, non solo per noi, ma anche per il giardino.
Anche se siamo ancora nel cuore dell'inverno non si può negare che la primavera si stia piano piano avvicinando, come si può notare dalle gemme pelose della mia magnolia stellata.



Erroneamente si può ritenere che durante l'inverno le piante siano in riposo vegetativo, in realtà esistono piante che non necessitano del caldo per risvegliarsi e ricominciare a produrre fiori o foglie e quindi proprio in inverno danno il meglio di sè. 
Un esempio di pianta che produce fiori quando le giornate si accorciano è la stella di Natale , di cui ho già scritto nei giorni scorsi.
Ritengo che un bravo giardiniere si riconosca anche per la varietà di piante messe a dimora in giardino in grado di produrre fioriture in ogni stagione dell’anno.
Se si apprezza un giardino invernale il mercato vivaistico mette a disposizione diverse erbacee e a arbusti da porre a dimora per tempo per fare in modo di ammirarli e rallegrarci anche quando fuori tutto sembra riposare sotto la neve.

Inoltre l'inverno è il momento giusto per preparare il giardino in vista della primavera e per programmare i nuovi progetti di giardinaggio!

Buona parte delle piante che fioriscono in pieno inverno non hanno colori molto vivaci, fiori grandi o molto profumati, infatti spesso sono piccoli fiori gialli, bianchi o verdastri, come nel caso dellelleboro, erbacea a fioritura invernale rustica e molto facile da coltivare, considerata la Rosa di Natale dagli inglesi.
Ne esistono dalle 20 alle 30 specie, molte delle quali originarie dell’Europa centrale e meridionale e dell’Asia minore, dove risultano molto diffuse.
Sono piante piuttosto rustiche, dalla crescita lenta, che esigono terreno ricco, fresco e ben drenato, e vanno coltivate in ombra luminosa. 
L'elleboro non è adatto alla coltivazione in zone con estati secche, ma dove il clima lo consente sono fiori assolutamente imperdibili, sebbene tossici se ingeriti. 
Secondo una leggenda un elleboro sarebbe stato portato in omaggio a Gesù Bambino da una povera pastorella che non poteva recare doni più preziosi.

 

Per vedere altre bellissime immagini di ellebori, coltivate anche in vaso, consiglio di leggere il post dell'amica Maurizia de Il giardino sfumato, che propone questi fiori in alternativa alla classica stella di Natale.
Proprio come gli ellebori, anche i crochi fioriscono in inverno, alcuni all’inizio dell’anno e altri verso marzo.
Se piantate i bulbi in autunno disseminati quà e là a macchie in mezzo al prato l'effetto sarà strepitoso, anche sotto la neve.


Un'altra pianta da non perdersi è la camelia, bellissimo arbusto sempreverde del tipo acidofilo, che io personalmente non sono mai riuscita a coltivare con successo per lungo tempo, (forse perché limitata dalla coltivazione in vaso causa l'alta alcalinità del mio terreno) ma che se trova le condizioni ideali richiede poche cure, è molto longeva e regala fioriture indimenticabili per anni.Produce fiori dai colori e dalle forme più svariate, singoli, semidoppi, doppi, ad anemone, a peonia.
Ne esistono circa 80 specie diverse, tutti originari dell'India, della Cina e del Giappone.  
Coltivate da centinaia di anni anche in Europa, esistono numerosissimi ibridi.
Il suo fogliame è colore verde scuro, lucido, leggermente cuoioso.
Le più diffuse sono la camelia japonica, che fiorisce da gennaio fino all'inizio della primavera, con grandi fiori setosi simili a rose, insieme alla camelia sasanqua, con fiori meno vistosi, che sbocciano in dicembre-gennaio. 
La bellezza di questo tipo di arbusto merita sicuramente un mio futuro approfondimento.


sabato 29 dicembre 2012

Come far durare la stella di Natale


 


La stella di Natale è dei fiori più acquistati e regalati del periodo Natalizio. 
L'euphorbia pulcherrima, conosciuta con il nome popolare di stella di Natale appunto, in dicembre si trova in vendita in vaso presso ogni negozio di fiori, vivaio, ipermercato o stand di piazza  di diversi colori, specie, e dimensioni.
Si presta per addobbare le case durante le feste, ma può essere utilizzata anche in altri ambienti, come nel caso della serra qui di fianco, dove è stato realizzato un intero albero di natale di sole euphorbie pulcherrime!

Quando le feste finiscono però, sono pochissime le persone che riescono a far durare le stelle di Natale nel tempo, magari fino all'inverno successivo.
Per riuscire in questo intento bisogna innanzitutto conoscere bene le loro caratteristiche.

L'euphorbia pulcherrima, o poinsettia, è una pianta originaria del Messico, idonea ad ambienti riscaldati, con temperature non inferiori ai 14 gradi, da posizionare al riparo da correnti d'aria, ma lontano da stufe, caminetti e termosifoni.
Essendo una pianta del tipo foto-periodica o brevidiurna, regola i suoi ritmi di fioritura e fotosintesi sull'intensità e sulla quantità di luce che percepisce; per questo motivo fiorisce quando la luce nell'arco della giornata è inferiore a 12 ore.
 
 
Una volta terminata la fioritura, la stella fisiologicamente perde parte delle foglie o può apparire secca, e si può compiere l'errore di buttarla credendo che sia morta, in realtà se quella che avete acquistato è dotata di un buon apparato radicale, potrà continuare il suo ciclo vegetativo e rifiorire il prossimo inverno.
Quando le foglie rosse si saranno seccate, potranno essere rimosse con l'aiuto di una lama ben affilata avendo la precauzione di indossare dei guanti, per non entrare in contatto con il lattice contenuto negli steli e nelle foglie, che può essere urticante.

In aprile si deve portare all'aperto, posizionata all'ombra, e se è cresciuta troppo, in estate, fino al mese di agosto, si può effettuare una potatura leggera, ma non oltre agosto, quando inizierà la sua induzione a fiore.
Nei mesi di ottobre o novembre la stella di Natale dovrà essere ricollocata in casa, inizialmente in un luogo piuttosto buio, in cui riceva al massimo 8 ore di luce al giorno, lontano da fonti di luce artificiale (lampadine, televisioni ecc.), al fine di agevolare la crescita di nuove foglie dal caratteristico colore rosso, e di nuovi rami.
Potrà essere spostata in dicembre in ambienti più luminosi per godere della fioritura nel periodo natalizio.
La temperatura degli ambienti interni dovrà essere compresa tra i 15 e i 24 gradi.
 

Al contrario di quanto può sembrare, quelli che consideriamo i fiori in realtà sono le foglie, dette brattee, che assumono il caratteristico colore rosso acceso in inverno; il vero fiore è all'interno, al centro delle brattee, piccolo e di colore giallo.
Secondo la varietà della pianta, possono assumere tonalità che spaziano dal bianco, al rosa, al rosso cupo e al rosso acceso, anche a fiore doppio o con petali stropicciati, tutte molto belle.



Marta di Ortinprogress.blogspot.it nel suo post sullo stesso argomento, riassume alcune utili condizioni al mantenimento della stella di Natale e qui sotto ve le ripropongo:

1 - acquistate piante non troppo piccole superiori ai 5 cm in quanto spesso sono talee uscite dal vivaio con radici scarse, mentre per la sopravvivenza serve un esemplare con un buon apparato radicale autosufficiente. 
Anche se il vaso è grande, verificate alla base lo stato di radicazione, per quanto possibile. 
Tenete presente che le piante azzurre sono state innaffiate con coloranti;
2 - mantenete le piante in un punto illuminato della casa durante l'inverno, innaffiate e tenete lontano da fonti di calore;
3 - in primavera, portate la pianta all'esterno in un posto con ombra luminosa (sotto un albero, ad esempio, così sarà protetta dalla grandine). 

Innaffiate bene tutta l'estate, senza dimenticarla mai, anche se sta in un angolo riparato e fuori mano;
4 - in agosto, quando il caldo è terribile, mettete la pianta in un posto ancora più ombroso, e a fine settembre, o nella prima settimana di ottobre, quando le temperature cominciano ad abbassarsi, ritirate la pianta in casa. 

Qualche fogliolina rossa dovrebbe essersi già sviluppata. 

Marta consiglia di ricoverare in casa le euphorbie pulcherrime quando i termosifoni non sono ancora accesi, ma verranno accessi da lì a un paio di giorni, in modo da farle abituare gradualmente alle condizioni del nuovo ambiente.
Se le foglie ingialliscono dopo pochi giorni significa che la pianta ha subito uno shock termico e difficilmente sopravviveranno.


domenica 11 novembre 2012

Piccole gioie rosa ciclamino

Sono davvero poche le fioriture che si possono ammirare all'esterno in inverno, ma ce n'è una dalla bellezza indiscutibile, conosciuto da tutti e amato da chiunque.
Un evergreen che non stanca mai e che non passa mai di moda!

Come si sarà già capito sto parlando del ciclamino!
 

Si tratta di un'erbacea perenne che si sviluppa da grandi tuberi tondeggianti di colore rosso-violacei, e che fiorisce quando la maggior parte delle altre piante iniziano il riposo vegetativo invernale.
Il ciclamino è originario dell'Asia Minore ma si è diffuso in tutto il mondo sia come pianta da appartamento che da giardino, e appartiene alla famiglia delle Primulaceae.
Si trovano facilmente in vendita presso tutti i vivai, i fioristi e spesso in questo periodo, anche nei supermercati.


Nell'antichità il ciclamino era utilizzato per le sue virtù terapeutiche purgative, più che per la sua bellezza ornamentale; nel XVI secolo fu coltivato nei giardini botanici di Elisabetta I d'Inghilterra e da lì si diffuse in tutta Europa.
In Giappone è considerato il fiore sacro dell'amore.

La tendenza florovivaistica degli ultimi anni si è rivolta verso la produzione di piante di piccole dimensioni; io ne ho acquistato proprio un esemplare "mignon" lo scorso settembre, del classico colore rosa
ciclamino.
L'ho posizionato nel vaso da ringhiera del portico, in abbinamento all'ederina variegata e alla lithodora diffusa, sostituendo la petunia, giunta ormai alla fine del suo ciclo vegetativo.
Se non ricordate com'era la composizione primaverile cliccate su: Ancora idee per composizioni in vaso

giovedì 15 marzo 2012

Prima e dopo a confronto


Ho approfittato della stupenda mattina di sole per controllare come procede il risveglio delle mie amate piante.
In effetti i cambiamenti sono già tanti e ogni giorno ci si avvicina a grandi passi all'esplosione di fioriture primaverili tanto attese.
Questo vuole essere volutamente un piccolo assaggio, come per stimolare l'appetito... in attesa di vedere i prossimi progressi, ancora più suggestivi. 

Ecco come si presenta ora la parte del giardino vicino all'ingresso con la magnolia stellata in parte fiorita ed in parte ancora in bocciolo in primo piano:

il fiore di magnolia è anche profumato

Ricordate com'era prima?
Questa foto risale al 20 febbraio, quando nevicava e sembrava che l'inverno non sarebbe finito mai.

per approfondire vedi l'articolo del 20 febbraio: Nessuna sorpresa
Dalle foto si nota in particolare la differenza di luce e di colore, il prato che sta diventando verde brillante e la fioritura della regina di marzo che è sicuramente il punto focale del giardino di questi giorni.
Chi l'avrebbe mai detto che dopo tanta neve e gelo, solo un mese dopo, avremmo goduto di questo colorato e fresco scorcio di giardino?
La natura che ogni anno si rinnova, riesce sempre a stupirmi e a ricaricarmi.
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