Fotografia di Mark Kovacs |
Nonostante ci sia ancora un pò di neve sui prati e nei giardini privati, i crochi stanno facendo capolino, lasciandoci intravedere la primavera alle porte!
Queste delicate erbacee perenni dalla tipica infiorescenza a forma di coppa, con i primi tiepidi raggi del sole e l'allungarsi delle giornate, schiudono le loro corolle in una gran varietà di colori.
Disponibile in più di 80 specie diverse, (alcune delle quali a fioritura autunnale) è coltivato nella maggior parte dei paesi del Mediterraneo e in Asia.
Si tratta di uno
dei primi fiori dell'anno, come i
muscari armeniacum, ai quali ho da poco dedicato un post.
I crocus, essendo molto resistenti, sono in grado di far fronte alle gelate primaverili o alle nevicate tardive, facendo la sua comparsa anche attraverso la neve.
Questa bulbosa appartiene alla famiglia degli iris, ed è stato individuato per la prima volta in epoca romana.
Il suo nome, crocus, deriva dal greco Krokos, che significa filamenti, per gli stimmi lunghi e filamentosi, ed è stato citato addirittura da Omero nell'Iliade.
Una delle sue principali caratteristiche è la sua grande forza, basti pensare che il bulbo fiorisce anche se non interrato, soltanto lasciandolo in un luogo fresco e aerato ed è in grado di prosperare nei giardini rocciosi.
Il croco è un fiore particolarmente versatile, che ovunque coltivato non mancherà di dare un tocco di raffinatezza.
Dal bulbo del croco esce uno stelo che porta un fiore, che può variare dagli 8 ai 15 cm. di altezza, luminoso e appariscente, che nella maggior parte dei casi è di color lilla, ma che può essere anche giallo, arancio, bianco striato o viola, secondo la varietà a cui appartiene.
Le specie più precoci sono i crocus Imperati, Minimus e Aureus; il Pickwick, dai fiori lilla con venature chiare sono tra i più coltivati.
Lo zafferano che si usa in cucina, conosciuto da secoli in medio oriente, si ricava dagli stimmi essiccati del crocus Sativus che fiorisce in autunno.
I fiori sono composti da 6 petali, che nelle specie selvatiche spesso sono bordati esternamente da linee e macchie di colore diverso, contrastanti con le tonalità di base.
Le foglie dei crochi sono verdi, di forma filiforme e ricurva, vagamente simili agli aghi di pino.
Sono molto adatti per l'inselvatichimento, in modo da creare intense macchie di colore sui tappeti erbosi o altre aree ai margini del giardino.
Dopo la fioritura il bulbo subisce una vera e propria trasformazione, con il vecchio fusto che lentamente avvizzisce e si atrofizza, in attesa che si formi il successivo, che fiorirà l’anno successivo.
Sono bulbose di facile coltivazione, pertanto non ci sono particolari accorgimenti da seguire, se non poche regole da rispettare.
Ovviamente al momento dell'acquisto la scelta dei bulbi più sani è importante, scegliete quelli senza imperfezioni o macchie strane e che siano duri al tatto.
Per ottenere i migliori risultati il bulbo va interrato in autunno, nel periodo tra settembre e ottobre.
Il croco ama posizioni aerate e molto luminose, possibilmente a mezz'ombra, dove non sia a contatto con i raggi diretti del sole per troppe ore al giorno, che potrebbe bruciare le foglie ed i fiori, anche se spesso gli ibridi sopportano anche l’esposizione in pieno sole.
I bulbi devono essere interrati ad una profondità dagli 8 cm. ai 15 cm. secondo la sua grandezza, (almeno il doppio del suo diametro); tale profondità permetterà alle radici di raggiungere zone più umide e fresche.
Il terreno di coltivazione deve essere possibilmente leggero, drenante, ricco di sabbia e humus, soprattutto se di base è argilloso e troppo compatto, regola che vale per tutti i fiori da bulbo.
Al momento della messa a dimora si può somministrare nell'impasto di terriccio un concime a lenta cessione, per garantire al bulbo il giusto nutrimento che gli servirà per tutto il ciclo vegetativo.
Per ottenere un risultato d'effetto nel giardino, si consiglia di utilizzare bulbi della stessa specie, interrandoli ad una distanza di circa 5 cm. l'uno dall'altro, avrà così tutto lo spazio necessario per allargarsi, ottenendo così uno sviluppo tappezzante.
Può succedere che non fioriscano il primo anno, ma daranno grandi soddisfazioni gli anni successivi.
I crocus, essendo molto resistenti, sono in grado di far fronte alle gelate primaverili o alle nevicate tardive, facendo la sua comparsa anche attraverso la neve.
Il suo nome, crocus, deriva dal greco Krokos, che significa filamenti, per gli stimmi lunghi e filamentosi, ed è stato citato addirittura da Omero nell'Iliade.
Una delle sue principali caratteristiche è la sua grande forza, basti pensare che il bulbo fiorisce anche se non interrato, soltanto lasciandolo in un luogo fresco e aerato ed è in grado di prosperare nei giardini rocciosi.
Il croco è un fiore particolarmente versatile, che ovunque coltivato non mancherà di dare un tocco di raffinatezza.
Dal bulbo del croco esce uno stelo che porta un fiore, che può variare dagli 8 ai 15 cm. di altezza, luminoso e appariscente, che nella maggior parte dei casi è di color lilla, ma che può essere anche giallo, arancio, bianco striato o viola, secondo la varietà a cui appartiene.
Le specie più precoci sono i crocus Imperati, Minimus e Aureus; il Pickwick, dai fiori lilla con venature chiare sono tra i più coltivati.
Lo zafferano che si usa in cucina, conosciuto da secoli in medio oriente, si ricava dagli stimmi essiccati del crocus Sativus che fiorisce in autunno.
I fiori sono composti da 6 petali, che nelle specie selvatiche spesso sono bordati esternamente da linee e macchie di colore diverso, contrastanti con le tonalità di base.
Le foglie dei crochi sono verdi, di forma filiforme e ricurva, vagamente simili agli aghi di pino.
Sono molto adatti per l'inselvatichimento, in modo da creare intense macchie di colore sui tappeti erbosi o altre aree ai margini del giardino.
Dopo la fioritura il bulbo subisce una vera e propria trasformazione, con il vecchio fusto che lentamente avvizzisce e si atrofizza, in attesa che si formi il successivo, che fiorirà l’anno successivo.
Sono bulbose di facile coltivazione, pertanto non ci sono particolari accorgimenti da seguire, se non poche regole da rispettare.
Ovviamente al momento dell'acquisto la scelta dei bulbi più sani è importante, scegliete quelli senza imperfezioni o macchie strane e che siano duri al tatto.
Per ottenere i migliori risultati il bulbo va interrato in autunno, nel periodo tra settembre e ottobre.
Il croco ama posizioni aerate e molto luminose, possibilmente a mezz'ombra, dove non sia a contatto con i raggi diretti del sole per troppe ore al giorno, che potrebbe bruciare le foglie ed i fiori, anche se spesso gli ibridi sopportano anche l’esposizione in pieno sole.
I bulbi devono essere interrati ad una profondità dagli 8 cm. ai 15 cm. secondo la sua grandezza, (almeno il doppio del suo diametro); tale profondità permetterà alle radici di raggiungere zone più umide e fresche.
Il terreno di coltivazione deve essere possibilmente leggero, drenante, ricco di sabbia e humus, soprattutto se di base è argilloso e troppo compatto, regola che vale per tutti i fiori da bulbo.
Al momento della messa a dimora si può somministrare nell'impasto di terriccio un concime a lenta cessione, per garantire al bulbo il giusto nutrimento che gli servirà per tutto il ciclo vegetativo.
Per ottenere un risultato d'effetto nel giardino, si consiglia di utilizzare bulbi della stessa specie, interrandoli ad una distanza di circa 5 cm. l'uno dall'altro, avrà così tutto lo spazio necessario per allargarsi, ottenendo così uno sviluppo tappezzante.
Può succedere che non fioriscano il primo anno, ma daranno grandi soddisfazioni gli anni successivi.