Il viburnum thinus è senza dubbio un arbusto che regala grandi soddisfazioni a chiunque la coltivi.
E' una pianta sempreverde molto rustica, poiché sa adattarsi agli ambienti siccitosi e sopravvive senza problemi nei climi più rigidi, sopporta l'esposizione all'ombra, anche se fiorisce meno, ed è particolarmente resistente alle intemperie.
Raramente si ammala e non richiede le classiche operazioni di potatura, in quanto può crescere in forma libera, senza controindicazioni per la salute della pianta.
Se non si interviene con le potature, oltretutto, il viburno thinus regala piccoli fiori a mazzetti che sembrano merletti bianco avorio, molto profumati, di colore rosa quando sono ancora in bocciolo.
Proprio come succede al mio!
Raramente si ammala e non richiede le classiche operazioni di potatura, in quanto può crescere in forma libera, senza controindicazioni per la salute della pianta.
Se non si interviene con le potature, oltretutto, il viburno thinus regala piccoli fiori a mazzetti che sembrano merletti bianco avorio, molto profumati, di colore rosa quando sono ancora in bocciolo.
Proprio come succede al mio!
È un arbusto da non dimenticare nella progettazione di un giardino!
Il suo portamento è morbido, espanso, con rami estremamente flessibili, eppure particolarmente resistenti.
Con il tempo può raggiungere i 3-4 metri di altezza e i 3-4 metri di larghezza.
Tenete conto dei suoi ingombri prima della scelta del luogo di messa a dimora.
Tenete conto dei suoi ingombri prima della scelta del luogo di messa a dimora.
Originario dell'Europa sud-orientale, viene chiamato anche viburno tino, lentaggine, lauro tino o alloro tino.
Il viburno thinus emette i boccioli rosa in inverno e fiorisce in primavera, sempre se non lo potate in autunno.
Le sue foglie hanno una consistenza coriacea di colore verde scuro, ma la bellezza di questo tipo di viburno (ne esistono circa 120 specie diverse) non è solo nel fogliame o nella fioritura, ma anche per le abbondanti bacche molto decorative di color blu violaceo che compaiono dopo la fioritura, in autunno e permangono per diverso tempo sull'arbusto.
Il viburno thinus emette i boccioli rosa in inverno e fiorisce in primavera, sempre se non lo potate in autunno.
Le sue foglie hanno una consistenza coriacea di colore verde scuro, ma la bellezza di questo tipo di viburno (ne esistono circa 120 specie diverse) non è solo nel fogliame o nella fioritura, ma anche per le abbondanti bacche molto decorative di color blu violaceo che compaiono dopo la fioritura, in autunno e permangono per diverso tempo sull'arbusto.
Le bacche del viburno sono molto gradite agli uccellini che frequentano i giardini, dandoci un'opportunità in più di osservarli quando si avvicinano per mangiare.
E' fondamentale precisare che i suoi frutti sono tossici per gli essere umani, infatti contengono una sostanza nociva, la viburnina.
La corteccia invece contiene amidi, saccarosio, oli grassi e destrine ed è utilizzata a scopi farmacologici.
Il viburno thinus, per tutte le sue caratteristiche, risulta molto adatto alla formazione di siepi ma può essere tenuta anche in vaso, come esemplare singolo o in aiuola mista (come il mio).
Viburno thinus nel nostro giardino com'è ora, a febbraio (è l'arbusto fiorito a sx vicino alla scala) |
Viburno thinus a maggio scorso (tra la scala e la rosa) |
Si mettono a dimora in autunno o in primavera tenendo conto che predilige i terreni drenati e freschi.
La concimazione è consigliata al momento della messa a dimora (preferibilmente stallatico pellettato o compos) e non è necessario ripeterla ciclicamente, come accade per altre piante che richiedono maggiore cura perché più delicate, ma se ogni autunno ripetete la somministrazione la pianta si rafforzerà.
Per la propagazione del viburno i periodi ideali sono giugno-luglio o agosto-settembre, e si effettua prelevando alcuni germogli laterali per farne talee di circa 10 cm, da interrare in un vaso di radicazione con un miscuglio di torba e sabbia.
Quando le nuove piantine avranno sviluppato le radici si trapiantano in vaso più grande ed nel mese di aprile successivo si possono mettere definitivamente a dimora in piena terra.
Quando le nuove piantine avranno sviluppato le radici si trapiantano in vaso più grande ed nel mese di aprile successivo si possono mettere definitivamente a dimora in piena terra.
Nonostante sia una pianta molto robusta, se il terreno è poco drenante può sviluppare il virus del Mosaico; in tal caso contattate il vostro garden center di fiducia per le cure più appropriate.
Se coltivato in ombra è più facile che si possa ammalare di oidio o mal bianco.
Talvolta viene attaccata dalla cocciniglia o dall'oziorrinco,.... ed è proprio ciò che è successo al mio viburno!
A maggio di qualche anno fà siamo andati una settimana in vacanza e al nostro ritorno abbiamo avuto la sgradita sorpresa di trovare il nostro viburno, di recente posa, completamente mangiato da un parassita o un insetto, che dopo diverse ricerche abbiamo capito che era il temibile oziorrinco!
L'oziorrinco appartiene alla famiglia dei Coleotteri polifagi, è di colore nerastro e presenta un rostro allungato.
Agiscono dopo il crepuscolo uscendo dai loro rifugi sotto al terreno, proprio al piede delle piante,
e cominciano a risalire lungo il tronco o agli eventuali tutori piantati per reggere le nuove piantine
messe a dimora. Rosicchiano le foglie iniziando dalle più giovani e tenere, e la mattina all'alba ritornano indisturbati nei loro rifugi sottoterra.
Agendo solo al buio, è necessario un appostamento notturno munito di torcia, per riuscire ad identificare l'insetto responsabile di quelle antiestetiche e dannone morsicate ai margini delle foglie. che possono causare l'accrescimento stentato e l'avvizzimento della pianta.
Il danno provocato sulle foglie è caratterizzato da erosioni a forma di mezzaluna che possono essere abbastanza gravi, soprattutto per le giovani piante, in quanto limitano la capacità di fotosintesi e compromettono la formazione della chioma con rallentamento della crescita.
Proprio ciò che è successo al nostro povero viburno thinus!
In poche notti di azione incontrollata, gli oziorrinchi possono divorare un'intera pianta!
Purtroppo non solo gli insetti adulti, ma anche le larve sono dannose.
Si riconoscono per la tipica forma del corpo a C, sono bianche, carnose, con il capo di colore giallo-rosso, lunghe circa 1 cm,
Vivono anch'esse nascoste nel terreno e si nutrono di radici di molte specie, risultando molto dannose per edere, azalee, rododendri, lauroceraso, cotoneaster, olivo, vite e molte altre, ma anche per gli orti (attaccano spesso le fragole) e i frutteti.
Una vera calamità!
La lotta agli esemplari adulti con gli insetticidi
è piuttosto difficile, soprattutto in casi di attacchi gravi, in quanto la fase di attività di
questo insetto è molto lunga; solitamente compare nel mese di maggio (appunto) e prosegue in giugno, poi dopo una pausa nel periodo
estivo, riprende a mangiare le nostre amate piante nel periodo autunnale, per un paio di mesi.
Agiscono infatti con temperature tra i 15 e 30°C, in condizioni di elevata umidità del suolo.
Per contrastare efficacemente l'insetto con i prodotti chimici in vendita, bisognerebbe effettuare irrorazioni ripetute frequentemente con prodotti molto tossici (fosforganici), e per di più in un periodo dell'anno in cui sono in piena attività molti insetti impollinatori o mangia-afidi.
Non fatelo!
La lotta biologica, invece, viene attuata da molto tempo e con notevole successo!
Le azioni possono essere diverse e ve ne elenco alcune:
Raccolta manuale degli oziorrinchi nelle ore notturne, scuotendo i rami per far cadere gli adulti dopo aver posizionato dei teli o un buon strato di paglia sotto le piante, da bruciare dopo la raccolta. Può essere abbastanza appagante per chi non ha paura degli insetti...
altrimenti....
Sbarramenti ad anello lungo il tronco che servono ad impedire la risalita notturna tramite fasce disposte sul tronco, che possono essere di diversi materiali, per poi eliminare gli insetti catturati.
Alcuni tipi di fasce sono facilmente costruibili con il fai da te, ad esempio con il cartone, che va poi fissata a 30-40 cm da terra sul tronco, legandola con del filo di ferro o fasce elastiche ben strette e spennellata con vischio naturale per renderle appiccicose.
Queste fasce vanno controllate periodicamente, in quanto la forza adesiva viene vanificata da polvere e terreno.
In commercio invece si trovano fasce con sostanze atossiche che sostituiscono validamente il vischio naturale (per fare un nome Termostick o Termoocid della Kollant), sono inodori e inalterabili. Purtroppo però queste fasce non sono selettive e colpiscono indiscriminatamente tutti gli insetti, buoni o cattivi, che si trovino a passare sul tronco; si consiglia quindi di lasciarle solo il tempo necessario per contrastare l'oziorrinco.
Un altro metodo naturale sono le fasce di resinato di lana (materiale per imbottiture usato dai tappezzieri), di almeno 15 cm di larghezza, con superficie esterna smarginata, che ostacolano le zampe dell'insetto, catturandoli in massa grazie alla particolare struttura della lana sintetica; per ostacolare maggiormente la risalita bisogna legare le fasce al tronco e ai paletti tutori con lacci elastici per evitare strozzature.
Il costo di questo prodotto è molto basso e quindi indicato se serve su più piante ornamentali.
Per le larve invece, vivendo nel terreno, il discorso è completamente diverso: per le colture intensive si ricorre a irrorazioni o fertirrigazioni nei mesi di settembre-ottobre, all'ora del tramonto, con prodotti a base di nematodi, piccoli parassiti terricoli che una volta arrivati alle larve penetrano in esse e le uccidono attaccandole con dei batteri.
Si trovano in commercio presso garden center o consorzi agrari in diverse formulazioni.
Questa soluzione funziona bene nei terreni sabbiosi o di medio impasto, ma non è molto efficace nei terreni argillosi.
Fonte: Giardinaggio.it
Agiscono infatti con temperature tra i 15 e 30°C, in condizioni di elevata umidità del suolo.
Per contrastare efficacemente l'insetto con i prodotti chimici in vendita, bisognerebbe effettuare irrorazioni ripetute frequentemente con prodotti molto tossici (fosforganici), e per di più in un periodo dell'anno in cui sono in piena attività molti insetti impollinatori o mangia-afidi.
Non fatelo!
La lotta biologica, invece, viene attuata da molto tempo e con notevole successo!
Le azioni possono essere diverse e ve ne elenco alcune:
Raccolta manuale degli oziorrinchi nelle ore notturne, scuotendo i rami per far cadere gli adulti dopo aver posizionato dei teli o un buon strato di paglia sotto le piante, da bruciare dopo la raccolta. Può essere abbastanza appagante per chi non ha paura degli insetti...
altrimenti....
Sbarramenti ad anello lungo il tronco che servono ad impedire la risalita notturna tramite fasce disposte sul tronco, che possono essere di diversi materiali, per poi eliminare gli insetti catturati.
Alcuni tipi di fasce sono facilmente costruibili con il fai da te, ad esempio con il cartone, che va poi fissata a 30-40 cm da terra sul tronco, legandola con del filo di ferro o fasce elastiche ben strette e spennellata con vischio naturale per renderle appiccicose.
Queste fasce vanno controllate periodicamente, in quanto la forza adesiva viene vanificata da polvere e terreno.
In commercio invece si trovano fasce con sostanze atossiche che sostituiscono validamente il vischio naturale (per fare un nome Termostick o Termoocid della Kollant), sono inodori e inalterabili. Purtroppo però queste fasce non sono selettive e colpiscono indiscriminatamente tutti gli insetti, buoni o cattivi, che si trovino a passare sul tronco; si consiglia quindi di lasciarle solo il tempo necessario per contrastare l'oziorrinco.
Un altro metodo naturale sono le fasce di resinato di lana (materiale per imbottiture usato dai tappezzieri), di almeno 15 cm di larghezza, con superficie esterna smarginata, che ostacolano le zampe dell'insetto, catturandoli in massa grazie alla particolare struttura della lana sintetica; per ostacolare maggiormente la risalita bisogna legare le fasce al tronco e ai paletti tutori con lacci elastici per evitare strozzature.
Il costo di questo prodotto è molto basso e quindi indicato se serve su più piante ornamentali.
Per le larve invece, vivendo nel terreno, il discorso è completamente diverso: per le colture intensive si ricorre a irrorazioni o fertirrigazioni nei mesi di settembre-ottobre, all'ora del tramonto, con prodotti a base di nematodi, piccoli parassiti terricoli che una volta arrivati alle larve penetrano in esse e le uccidono attaccandole con dei batteri.
Si trovano in commercio presso garden center o consorzi agrari in diverse formulazioni.
Questa soluzione funziona bene nei terreni sabbiosi o di medio impasto, ma non è molto efficace nei terreni argillosi.
Fonte: Giardinaggio.it
Le fasce adesive funzionano e risolvono il problema per un pò di tempo; può capitare però che le larve nel terreno (che noi non abbiamo trattato causa il terreno argilloso) si trasformino in insetto e comincino a nutrirsi della povera pianta ospite.
Noi purtroppo dovremo provvedere ad un ulteriore trattamento in primavera, visto che le foglie sono di nuovo mangiucchiate da quest'autunno, per fortuna non in forma così aggressiva come qualche anno fà!
Quest'anno sono più decisa che mai a liberarmi dagli oziorrinchi!!!
Nonostante l'oziorrinco sia molto pericoloso, il viburno thinus rimane una pianta molto resistente, che raramente viene attaccata da parassiti o malattie, che consiglio assolutamente a tutti!
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Animaletto dannoso..dal nome che sembra un insulto !!!! Mi fa troppo ridere !!! ^_^
RispondiEliminaVerissimo, ma solo per il nome!
EliminaCiao carissima, buona giornata!
Complimenti per il bellissimo blog. Vorrei un consiglio, vorrei alternare una siepe di viburno tinus a quella di fotinia . Cosa ne pensi? Vorrei un effetto ordinato ma pieno di colori. Grazie
RispondiEliminaIdea stupenda.
EliminaIo lo farei.
Scusate il ritardo, a presto!
Ma quanto è rustico il Viburnum Tinus? E' bellissimo, ma resiste in pianura padana (Vicenza) ai venti freddi che vengono da nord, senza riparo? A volte si arriva anche a -8 °C.
RispondiEliminaCiao!
Marco
Ciao Marco, oggi sono riuscita a rispondere anche all'altro commento nel post della photinia.
EliminaSecondo me il viburno è piuttosto rustico e credo possa resistere nella tua zona.
Anche da me la temperatura in inverno si abbassa parecchio ma il mio viburno non ha mai patito, inoltre è proprio bello!
Se eventualmente qualche ramo "cuoce" per il gelo, vorrà dire che poterai di più in primavera.
Scusa se non ho risposto prima all'altro commento e buon lavoro!
complimenti per il blog.
RispondiEliminaEmiliano.
Salve, vorrei un consiglio. Qualche mese fa ho acquistato da un vivaista alcune piante di Viburno con belle foglie verdi (altezza della pianta circa 60 cm). Ho innaffiato regolarmente senza eccedere, ma ho riscontrato un "abbassamento" delle foglie, tipico della mancanza di acqua; su consiglio del vivaista ho proceduto ad innaffiare in maniera più abbondante (lui mi ha consigliato di farlo ogni giorno anche con terreno umido). Peggio di prima! a poco a poco tutte le piante hanno perso le foglie dopo che sono seccate. Cosa mi consiglia di fare per farle "riprendere"? sono recuperabili o no?
RispondiEliminaGrazie molte, Tom.
Ciao Tom, grazie di aver scritto, ma ti prego, dammi del tu!
EliminaI sintomi che mi descrivi sui tuoi viburni mi sembrano da marciume radicale o da malattia fungina.
Io innaffierei molto meno e proverei a potare la parte secca per vedere se da segni di ripresa, ed eventualmente a somministrare un prodotto antifungino.
Non mi risulta che il viburno apprezzi più di tanto il terreno troppo umido.
Spero che le tue piante si riprendano, a presto!
Ciao Ilaria é bellissimo quest angolo di giardino,mi diresti che piante hai usato?
RispondiEliminaCiao Ilaria, le foglie del mio Viburno stanno diventando come queste
RispondiEliminahttp://img.photobucket.com/albums/v643/emanuelaams/piante.jpg
Hai qualche consiglio? E' un fungo?
Ciao Nico,
EliminaPurtroppo mi sembra un fungo.
Potresti usare un antifungino a largo spettro non conoscendo esattamente il fungo (sembra ticchiolatura ma non ne sono certa) ma bisogna somministrarlo quando non ci sono previsioni di pioggia per qualche giorno.
Per essere certo di come muoverti ti consiglio di recarti con qualche foglia presso il consorzio agrario più vicino della tua zona, e chiedere consiglio a chi ci lavora che di solito è molto competente sulle malattie delle piante ed i prodotti da somministrare.
Io mi limito ai rimedi naturali e se il tuo viburno è molto attaccato dal fungo potresti non avere molto tempo.
Mi spiace non poterti aiutare di più.
Fammi sapere come va.
Ho trovato alcuni insetti simili a questo "oziorrinco" dentro gli spicchi dell'aglio che ho prodotto nel mio orto, con molto danno. Sono gli stessi? Cosa si può fare?
RispondiEliminaNon credo sia lo stesso parassita.
EliminaTi consiglio di recarti al consorzio agrario della tua zona portando le prove di ciò di cui parli e farti consigliare dagli addetti, che solitamente sono ben preparati e sanno dare ottimi suggerimenti sui prodotti antiparassitari eventualmente da usare.
Poi fammi sapere.
Grazie di essere passata, a presto!
Molto bello ed esaustivo il tuo articolo. Concordo su quanto hai scritto del viburno. E' una pianta che nel giardino non dovrebbe mancare :)
RispondiElimina