Rallegrano giardini e terrazzi durante tutto l'autunno e l'inverno, sono facili da coltivare e fioriscono quando le altre piante vanno in riposo vegetativo, senza soffrire il freddo!
Sono le eriche, piccoli arbusti sempreverdi tappezzanti, presenti spontanee in natura, che si adattano molto bene alla coltivazione come pianta ornamentale.
Il genere Erica comprende ben 700 specie spontanee presenti in Europa e Asia del sud.
In commercio si trovano tante specie diverse e cultivar, di vari colori dal rosso intenso al bianco, dal rosa chiaro al lilla, con fogliame verde, argentato, rossastro o giallastro.
Possono essere specie particolari, o ibridi di erica, di calluna o di daboecia, tutte della grande famiglia delle ericacee.
Un'ericacea molto simile all'erica e sempre presente nei garden center, è la calluna vulgaris, che si distingue dall'erica vera e propria per il calice dei fiori lungo la metà della corolla.
Qui sotto c'è la mia calluna vulgaris acquistata da pochi giorni.
Mi attirava di un colore meno classico del solito rosa e ho scelto questa, con i boccioli bianchi ancora chiusi.
In realtà non tutte le specie fioriscono in autunno, alcune infatti producono i tipici piccoli fiori in primavera.
Caratteristica dell'erica è la fioritura a profusione che ricopre quasi totalmente i rami, rimanendo sulla pianta per tutto l'inverno, anche dopo essere appassiti.
Il portamento, soprattutto in natura, è a forma di piccolo cespuglio leggermente prostrato e alto non più di 50 centimetri.
Le foglie, aghiformi, che persistono tutto l'anno sulla pianta essendo sempreverde, sono di colore verde brillante, fatta eccezzione per le cultivar a fogliame argentato o rosso.
Per questo motivo l'erica viene spesso utilizzata per produrre composizione di fiori secchi.
Il successo della coltivazione può essere assicurato se si tiene presente dei luoghi dove le eriche si sviluppano spontanee; sono molto diffuse nell'Europa collinare e montana, dove il clima è fresco, mai torrido e secco.
È la pianta caratteristica della brughiera scozzese, in cui fiorisce per tutta la bella stagione.
Chi c'è stato, sa di cosa parlo...
Tutte le ericacee si coltivano all'aperto perché non temono il freddo, ma temono la siccità, il caldo estivo e la vicinanza ai termosifoni.
Esistono specie che fanno eccezzione, come l'erica gracilis, di origine mediterranea, che può sopportare brevi periodi di freddo non troppo intenso, ma temono le gelate.
In questo caso meglio ripararle all'abbassamento eccessivo delle temperature.
Le eriche sono impiegate da secoli per gli scopi più vari.
Alcune specie come l'arborea e la carnea, legate in fascine, erano utilizzate per fare scope; quasi tutte le specie si usavano a protezione delle pareti delle precarie costruzioni di qualche secolo fà.
In collina, i rami di erica sostenevano i bachi da seta pronti per l’imbozzolamento.
Esiste anche il carbone derivante dal legno di erica, che un tempo era pregiato perché in grado di sviluppare molto calore, tant’è che i fabbri lo usavano per la forgiatura del ferro.
Dalle radici si ricava la radica, usata per costruire pregiatissime pipe.
Le eriche prediligono un terreno acido, quindi per essere messa a dimora in piena terra si deve usare un terriccio apposito per piante acidofile; in caso di mancanza si può utilizzare un buon terriccio universale, arricchito di torba, per aumentarne l'acidità, (temendo molto gli eccessi di calcare) e della sabbia, per aumentarne il drenaggio.
L'annaffiamento deve avvenire con regolarità, mantenendo il terreno umido e fresco ma evitando di inzuppare eccessivamente.
Se si annaffia la pianta con acqua calcarea, (meglio usare quella piovana) ad ogni annaffiatura il ph del terriccio si innalzerà, sarà quindi necessario fornire del concime a base di ferro a lenta cessione, ogni 3-4 mesi.
Una regola da tenere sempre presente nel giardinaggio è che le piante tendono ad adattarsi al luogo in cui vengono coltivate; se si acquista a dicembre un'erica tenuta in una serra riscaldata per qualche tempo, sebbene sia una pianta per natura resistente al freddo, si dovrà abituare poco alla volta alla temperatura esterna differente da quella a cui si è abituata.
Una volta adattatesi al luogo prescelto, le eriche richiedono davvero poche attenzioni e danno parecchie soddisfazioni.
Si possono effettuare delle potature di contenimento dell'erica, se occorrono, solo a fine inverno, perché producendo i fiori sui rami dell'anno precedente, pregiudicherebbe la fioritura se potate in estate o autunno.
L'annaffiamento deve avvenire con regolarità, mantenendo il terreno umido e fresco ma evitando di inzuppare eccessivamente.
Se si annaffia la pianta con acqua calcarea, (meglio usare quella piovana) ad ogni annaffiatura il ph del terriccio si innalzerà, sarà quindi necessario fornire del concime a base di ferro a lenta cessione, ogni 3-4 mesi.
Una regola da tenere sempre presente nel giardinaggio è che le piante tendono ad adattarsi al luogo in cui vengono coltivate; se si acquista a dicembre un'erica tenuta in una serra riscaldata per qualche tempo, sebbene sia una pianta per natura resistente al freddo, si dovrà abituare poco alla volta alla temperatura esterna differente da quella a cui si è abituata.
Una volta adattatesi al luogo prescelto, le eriche richiedono davvero poche attenzioni e danno parecchie soddisfazioni.
Si possono effettuare delle potature di contenimento dell'erica, se occorrono, solo a fine inverno, perché producendo i fiori sui rami dell'anno precedente, pregiudicherebbe la fioritura se potate in estate o autunno.
Nel linguaggio dei fiori erica significa: solitudine.
Nei paesi anglosassoni, come in Italia, ha dato il nome proprio a tante bambine (Heather) così come in Germania (Heidi).
Su questo fiore sono state raccontate leggende sin dall’antichità, le scope costruite con i suoi rami ad esempio venivano utilizzati nei templi sacri per scacciare la negatività e gli spiriti dispettosi.
Viene anche considerata la pianta delle fate, che si narra vivano tra i suoi rami.
A proposito di fate, un'altra leggenda popolare racconta di non addormentarsi tra le eriche perché le fate potrebbero rapirvi!
Nei paesi anglosassoni, come in Italia, ha dato il nome proprio a tante bambine (Heather) così come in Germania (Heidi).
Su questo fiore sono state raccontate leggende sin dall’antichità, le scope costruite con i suoi rami ad esempio venivano utilizzati nei templi sacri per scacciare la negatività e gli spiriti dispettosi.
Viene anche considerata la pianta delle fate, che si narra vivano tra i suoi rami.
A proposito di fate, un'altra leggenda popolare racconta di non addormentarsi tra le eriche perché le fate potrebbero rapirvi!
Che paesaggi meravigliosi con le eriche in fiore!
RispondiEliminaPensa che in Scozia ci sono stata ed è uno spettacolo incredibile vedere distese di chilometri coperte di eriche!
EliminaCiao Marta.
Bellissime le eriche! Più che per il loro aspetto mi piacciono per il loro carattere: resistono anche alle temperature più rigide, sembra che nulla le spaventi.
RispondiEliminaCosì come nulla spaventava una mia cara amica, che si chiamava proprio Erica. Ma questa è un'altra storia.
Sembra una storia triste però....:(
EliminaCiao Viviana, grazie di seguirmi sempre.
Un bacio.
In questo momento vorrei proprio addormentarmi tra le eriche ed essere rapita dalle fate...... ;)
RispondiEliminaQualche volta piacerebbe anche a me...
EliminaCiao Ila, buona giornata.
Che belle immagini... e quante informazioni preziose, grazie!
RispondiEliminaGrazie a te Lolle di seguirmi e commentarmi sempre!
EliminaUn bacione.
Cresce in una parte del mio giardino in cui cresce poco altro; mi piace l'idea che possa abitarvi qualche fata...proverò a guardare! Ciao!
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